martedì 26 gennaio 2010



OMBRINA MARE A

Questo nome, preso in prestito da un pesce molto comune nei nostri mari, si riferisce ad un progetto di coltivazione e centro di primo trattamento di
idrocarburi che rimarrà almeno 24 anni di fronte alla Costa dei Trabocchi, tra S.Vito e Punta Cavalluccio, presentato dalla Medoil Gas S.p.A..

Visibile, vista la vicinanza e la conformazione del nostro litorale, da tutte le riserve e luoghi più suggestivi della costa da Ortona a Vasto.

Un progetto che ha 2 piattaforme, una mobile tipo Galloway- come quella che stazionò nel 2008 tra Ortona e S.Vito - per la perforazione di 4/6 pozzi per 6/9 mesi di permanenza, e una fissa chiamata Ombrina Mare A che andrà a posizionarsi sul tripode del pozzo Ombrina Mare 2dir 2008.

A completare il mostruoso scenario, a 4Km in direzione NE da OM A, si posizionerà una nave serbatoio galleggiante per il primo trattamento idrocarburi denominata Floating Production Storage Offloading -FPSO – ossia Sistema Galleggiante di Produzione, Stoccaggio e Trasbordo - in pratica un Centro Oli galleggiante!- che immetterà in atmosfera più di una tonnellata al giorno di fumi derivanti dal primo trattamento di idrocarburi, contenenti:


Sox (ossidi di zolfo), Nox (ossidi di azoto), CO (ossido di carbonio), H2S (idrogeno solforato), NMHC (idrocarburi non metanici ) - quest'ultimi l'OMS li ha classificati come cancerogeni, per cui non è possibile definire una soglia minima al di sotto della quale non si hanno effetti apprezzabili sulla salute.


Il danno per un mare già così malamente sfruttato e inquinato negli ultimi decenni, sarà fortissimo. Turismo, pesca, agricoltura di qualità e tutta la filiera ad essi collegata sarà inevitabilmente colpita, lo scenario sarà per 24 anni con vista piattaforma e raffineria.

Noi, insieme ad altre associazioni facenti parte della Rete Emergenza Ambiente Abruzzo, capeggiati dalla risoluta Dott.ssa Mariarita D’Orsogna, abbiamo prodotto e invitato altri a produrre osservazioni al progetto che possano bloccare il procedimento di VIA in atto, come già fatto per le precedenti piattaforme (Elsa 2, Rospo Mare…).

A pochi giorni dallo scadere dei termini, siamo preoccupati del il silenzio della Regione Abruzzo.

Invitiamo chiunque voglia sostenere questa massiccia opera di mobilitazione a farsi sentire inviando il proprio dissenso scritto e le osservazioni al progetto presso la:


Direzione per la Salvaguardia Ambientale del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - Attenzione: Ombrina Mare - concessione d 30 BC MD - Mediterranean Oil and Gas / Via Cristoforo Colombo, 44 - 00147 Roma

oppure a:

Direzione Generale della Pesca Marittima e dell'Acquacoltura del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali - Attenzione: Ombrina Mare - concessione d 30 BC MD - Mediterranean Oil and Gas / Via dell'Arte, 16 - 00144 Roma

se avete la posta certificata potete spedire a:

- dgsalvaguardia.ambientale@pec.minambiente.it

- urp@pec.politicheagricole.gov.it



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Associazione WWF - Zona Frentana e Costa Teatina- Presidente Ines Palena; Gruppo NO-Petrolio / Fabrizia Arduini
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per il quadro descrittivo semplice e immediato del progetto Ombrina Mare A.:

2 piattaforme petrolifere e una raffineria galleggiante lunga 350m
di fronte la costa dei trabocchi cliccate quì sotto e se volete il pdf basta chiedermelo:
http://www.compel.bu.edu/~danilo/vega2/Ombrina_D.30.B.C-MD_concessione/SINTESI_Arduini.pdf


venerdì 15 gennaio 2010

DIRE L'AQUILA E' DIRE ABRUZZO



Abbiamo pianto, sofferto .... lontano dai luoghi del cratere ma vicino al cuore e al dolore di tutti gli aquilani e di tutti gli abitanti dei paesi limitrofi colpiti dall'immane tragedia! Il terremoto del 6 aprile 2009 è il segno tangibile della lotta continua alla quale il popolo abruzzese è destinato dalla sua storia, dal suo destino! Una lotta che segna il passo con grandi rivincite, con grandi successi! L'indole Aquilana oggi più che mai è sostenuta a gran voce da tutti gli abruzzesi...... Ma in realtà come stanno oggi i nostri corregionali immersi nella tragedia? ... Lo stato una volta chiuse le tendopoli è sempre presente? ... La gente lavora? ... La vita sociale è ripresa? ... e la città, l'identità urbana, la genialità del centro storico aquilano, ... tutto ciò è preservato? ... considerato basilare per la corretta rinascita della "civitas"? ... Pubblichiamo qui di seguito un articolo
apparso sul "New York Times" del 23 dicembre 2009 su L'Aquila che riesce perfettamente ad esprimere anche il nostro punto di vista. Tra i più importanti quotidiani al mondo, il New York Time rompe gli indugi e si schiera nettamente, dopo 9 mesi di giudizi moderati e di analisi ponderate. Sensato processo alla cronaca simile alla filosofia impressa ai post pubblicati sul nostro blog!
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Una città italiana privata della sua identità culturale

Michael Kimmelman

L'articolo segna una svolta ripetto all'atteggiamento molto prudente tenuto finora da tale giornale nei confronti della conduzione del post-terremoto. E' chiaro che adesso ha deciso di rompere gli indugi e di prendere una posizione molto più netta


L'AQUILA - Le città richiedono secoli per crescere, ma possono morire in un batter d'occhio

Dopo che in aprile un terremoto ha ucciso centinaia di persone e ne ha lasciate decine di migliaia senza tetto, nel territorio di questa città medioevale e barocca, a circa 70 miglia a nord-est di Roma, gli sforzi profusi per i soccorsi di emergenza sono stati straordinari. Volontari da ogni parte d'Italia sono accorsi per offrire aiuto. Sono state rapidamente allestite tendopoli fuori dalla zona pericolosa. Sono stati organizzati concerti allo scopo di offrire continuità e speranza, mentre lavoratori edili hanno rapidamente eretto decine di complessi residenziali nei dintorni della città.

Ma ora che il governatore della regione ed il Ministro dei beni culturali si preparano a subentrare al Dipartimento per la protezione civile al fine di procedere alla ricostruzione, il futuro a lungo termine de L'Aquila è in bilico. Assenza di fondi, di coinvolgimento politico, di buon senso architettonico e di attenzione internazionale - unite alla predilezione tutta italiana per chi pensa di possedere la bacchetta magica - minacciano di fare quello che non ha fatto il terremoto.


Non sarebbe la prima città italiana a non riprendersi più da un terremoto. Dopo il sisma che colpì la Sicilia negli anni '60 i centri storici furono abbandonati, e nel migliore dei casi sopravvivono solo di nome nelle squallide costruzioni tirate su come abitazioni provvisorie, poi diventate permanenti in mancanza di alternative e per trascuratezza. Per L'Aquila occorrerebbe investire meglio. Si stanno facendo sforzi per salvare i quasi 110.000 monumenti e manufatti che secondo il ministero dei beni culturali sono stati danneggiati dal terremoto.

Ma secondo la previsione ministeriale ufficiale occorreranno 10 o 15 anni per riportare il centro storico alla normalità, in tutti i sensi dell'espressione, e quasi tutti gli interventi di ricostruzione, inclusi quelli delle case private, dovranno essere approvati dal ministero, attraverso una procedura scrupolosa.

Prima del terremoto circa 10.000 persone abitavano nel centro della città e circa altre 60.000 fuori dal centro. Dopo un decennio o più da sfollati, coloro che una volta vivevano nel cuore de L'Aquila potrebbero non trovarsi più in zona o non voler tornare, e le case costruite per loro - fino a questo momento sono stati realizzati 150 complessi in legno, acciaio e calcestruzzo - potrebbero aver cambiato il territorio fino a renderlo irriconoscibile. L'Aquila, attraente centro storico medioevale nel quale si innestava in equilibrio precario un centro storico barocco (e questa precarietà spiega, in parte, l'entità del danno), era anche un centro commerciale e culturale ed una città universitaria. Se il centro dovesse rimanere morto, in pochi anni potrebbe finire per essere nulla più che un sito turistico di secondaria importanza, nel mezzo di un agglomerato urbano indifferenziato.


Piani di ricostruzione di qualsiasi tipo, e in particolare quelli più rapidi, richiedono miliardi di dollari (almeno 16 miliardi di dollari, secondo diverse stime), la gran parte dei quali dovrebbe arrivare dal parlamento italiano. Ma anche la piccola tassa finalizzata alla ricostruzione, recentemente proposta dal sindaco de L'Aquila e da diversi funzionari del ministero dei beni culturali, è finita nel nulla. In un Paese oberato dal debito pubblico e distratto dalle vicissitudini del Presidente del consiglio riportate dalla stampa, il successo degli aiuti nella fase dell'emergenza ha paradossalmente creato l'impressione che L'Aquila non abbia più urgenti necessità di aiuto. Come ha dichiarato qualche giorno fa Michela Santoro, una assistente del sindaco Massimo Cialente: "Il messaggio sui media è: 'Le cose vanno bene'. Messaggio che è lungi dal corrispondere alla verità dei fatti".

Il sindaco Cialente, da parte sua, si è affannato a ripetere ai giornalisti ed alle troupe televisive dentro e fuori dal suo ufficio di fortuna, ricavato in una ex scuola nella periferia cittadina, sempre lo stesso duro messaggio: "Se non ricostruiremo in modo adeguato - che nella sua prospettiva sta a significare riportare tutto esattamente come era, ma reso sismicamente sicuro - sarà una vergogna per l'intero Paese. Sarà una nuova Pompei".

Si tratta di una preoccupazione tipica di qui. Gli italiani spesso sono portati a pensare che se non saranno in grado di restaurare il passato finiranno per farne parte. Ogni alternativa è difficilmente immaginabile.

Roberta Pilolli lavora per il conservatorio de L'Aquila. Dopo il terremoto ha collaborato a tirare fuori dalle macerie i pianoforti a coda. Gli aquilani sono orgogliosi di essere tenaci.


L'altro giorno, in felpa e scarpe da ginnastica, si stava preparando per l'apertura ufficiale, questa settimana, della nuova sede del conservatorio, un complesso in metallo e vetro da 8 milioni di dollari, costruito in poco più di un mese, nei quartieri periferici sviluppatisi in modo incontrollato.

"Voglio indietro la mia casa esattamente com'era", ha detto la signora Pilolli. Stava parlando della sua piccola casa a terrazza di prima della guerra in centro città, dove la sua famiglia ha vissuto per anni - non un tesoro architettonico, ma non era questo il punto. "E' la mia identità", ha aggiunto. "Ora L'Aquila è morta e si preoccupano solo di chiese e monumenti, non delle nostre case. Ma l'intera città era un monumento."

Riferendosi ai nuovi condomini costruiti dal Governo, che sono simili al nuovo conservatorio, Aldo Benedetti, professore di architettura a L'Aquila, ha spiegato: "Non si inseriscono in nessun contesto, non portano nessuna idea di architettura, ma solo l'aspetto di caserme dell'esercito buttate giù da qualche parte."

Pier Luigi Cervellati, professore di urbanistica a Venezia, va oltre. Ha detto che la ricostruzione dovrebbe preoccuparsi in primo luogo di far rientrare più rapidamente i residenti nel centro storico, non di dargli abitazioni alternative, chiese, monumenti, grandi magazzini e attività commerciali. "Un centro lasciato vuoto per anni muore," ha detto. "Queste case nuove che stanno costruendo in periferia sono molto costose e non hanno senso dal punto di vista urbanistico. Sono come i terminal di un aeroporto. Non hanno anima. Il rischio è che il centro diventi un non-luogo.'


Chi risiede nei nuovi appartamenti, grato in un primo tempo di avere ricevuto un posto dove stare, ora già si lamenta della mancanza di spazi, negozi, campi sportivi e di qualsiasi organizzazione sociale. Non ci vuole molto, dopo un disastro come questo qui, per passare dalla gratitudine all'impazienza e alla sfiducia.

Le voci di corruzione e tangenti naturalmente dilagano e incalzano.

Il conservatorio è costato quasi tre volte quello proposto, al costo di 3 milioni di dollari, da Shigeru Ban, il noto architetto giapponese, con annessa sala da concerti. Gli Aquilani, così come il professor Benedetti, da tempo si chiedono perché.

Qual è la soluzione? Anche quando le bombe cadevano su Londra durante il blitz del 1940, gli urbanisti inglesi proiettavano visioni di una nuova Londra nel dopoguerra. La disgrazia divenne la possibilità di sognare.

In assenza sia di un'autorevole leadership in grado di fare da guida, sia di valide leggi sull'urbanistica, sia di luoghi di discussione pubblica dove i cittadini abbiano il potere di confrontarsi seriamente con L'Aquila del futuro, si fa viva solo la sensazione che la possibilità stia scivolando via.

Ma l'opportunità ancora è data di includere forse un'architettura nuova a fianco dell'antica, come fece L'Aquila dopo il terremoto del 1703, quando divenne l'amata città barocca che ora tutti vogliono preservare, come se ci fosse sempre stata.

Mai una città perfetta, ma una reale e viva. L'Aquila potrebbe perfino diventare il modello per un nuovo tipo di centro storico del 21mo secolo in Italia.

Ma il tempo vola. Di recente, visitando le rovine della chiesa parrocchiale di Santa Maria Paganica, dove il tetto è crollato e una surreale montagna di macerie all'interno si eleva verso le finestre che danno sul tetto delle navate laterali, osservavo un archeologo del Ministero dei beni culturali, che doveva catalogare ogni più minuto frammento, sprecare mezz'ora, nel freddo pungente e nella neve, a litigare con Michelangelo Saporito, un pompiere che lavora per i servizi d'emergenza.

Saporito, siciliano, è arrivato a maggio, cinque giorni dopo la nascita del suo secondo figlio. Voleva aiutare. Quella mattina stava mostrando la chiesa ad un visitatore, come aveva già fatto più volte quel giorno con altri visitatori. Ma si era dimenticato di portare il consueto modulo di permesso. La burocrazia e le priorità sbagliate hanno bloccato il progresso.
Sembrava una metafora. Saporito ha tirato un sospiro.
"Lei lo vede qual è il problema." Lui l'ha messa così.


dal Testo originale: "New York Times" del 23 dicembre 2009
traduzione di Adriano Sponzilli, Giano, Ezio Bianchi, Giovanni Incorvati.

http://www.nytimes.com/2009/12/24/arts/24abroad.html?_r=1&ref=design


lunedì 11 gennaio 2010

PER MARIA RITA ....



Questo nostro ultimo scritto vuole essere un sostegno tangibile e pubblico alla Dott.ssa Prof.ssa Maria Rita D'Orsogna, unico ed inimitabile riferimento civile e
accademico alla lotta contro la petrolizzazione abruzzese da 30 mesi a questa parte, amica e persona sensibile alle questioni ambientali italiane. Una "concittadina", americana a tutti gli effetti, esempio di perfetta coscenza civica, di rispetto e tutela del bene collettivo.

In questi giorni sul mondo web si è aperta un'accesa discussione su comportamenti ambigui di noti politici/imprenditori a riguardo delle loro prese di posizione su tematiche di tutela ambientale. E' il caso della conferenza del 7 gennaio 2010 svoltasi presso la sala eden di Ortona a sostegno della lotta contro il rinnovo di concessione ad una vecchia discarica d'amianto in zona Taverna Nuova/ Contrada di Villa Pincione di Ortona.

Questa, come da noi anticipata diversi giorni prima, si è rivelata di fatto una giornata di discussione inutile proprio perchè ha avuto, tra gli invitati, anche un noto personaggio ambiguo ortonese, baluardo della petrolizzazione ortonese con molti altri ulltra noti!

Un personaggio che pur non avendo nessuna capacità professionale in merito, se non quella di saper ramificare il potere del malaffare attraverso raccomandazioni, concessioni, elargizioni, finanziamenti dirottati, sostegno mirato e capzioso, cattiverie infantili varie, testosterone "spruzzato" a destra e a manca o come capita, ... in poche parole un personaggio losco con una "vigliacca propensione mafiosa"....., è stato invitato ugualmente da chi ha promosso la manifestazione!

... e chi l'ha promossa? .... la casa editrice D'Abruzzo (?), Sinistra e Libertà e Ambiente (?), Emergenza Abruzzo (?), ... di preciso non ci è dato saperlo come se fosse il quinto mistero di Fatima ... ma di certo una manifestazione pubblica promossa e organizzata dalla "Sinistra Ortonese", o da ciò che può identificarsi ancora tale!!!!


Ci spieghiamo ancora meglio sul personaggio in questione: .... figura non "mafiosa" nel senso siculo del termine, ma
"mafiosa" intesa come "forma mentis", .... "o con me o contro di me, .... o per me o per nessun altro", ... "io sono io e voi non siete un cazzo n.d.r." ... tutto in una visione recondita dello sfruttamento altrui mirato solo al benessere personale, o meglio familiare! ... tanto, secondo lui, i fessi di turno abbocano sempre alle sue finte almeno una volta, o si accontentano di dividersi le bricciole.... e nella previsione peggiore poi perso un fesso, si ricomincia con bugie e cattiverie a cercarne altri!!!! Questa è la sua logica!!

Hanno detto che questo "tizio" è stato invitato perchè evidentemente c'è ancora qualcuno disposto a credere che "costui" qualcosa di buono ha fatto!

Chi pensa ciò secondo noi non ha qualità critiche tali da discernere il bene dal male, il bello dal brutto, il buono dal cattivo, o che riesce a malincuore solo ad accettare tutti gli aggettivi sopra elencati e solo perché in fondo lui è il meno peggio!!
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Se qualcuno oggi lo adula per il ruolo pubblico che ricopre ingratamente, è chiaro che avrà i suoi buoni motivi che a noi, ultimi idealisti rimasti, non ci sfiorano nemmeno!!

Se qualcuno invece ha più sfacciatamente bisogno di cambiare lavoro farebbe bene a recarsi all'Ufficio di collocamento in Via Bonnanni o giù di li..... perché questa la cosa giusta da fare!!!

... e se infine qualcun'altro spera di poter "lavorare" per l'ente che rappresenta, ci risparmi queste sceneggiate e si limiti a fare questi viscidi inciuci tra gli uffici di un sistema che di certo l'avrà visto protagonista per diversi anni!! "A buon inteditore ... poche parole"!

.... se non l'abbiamo ancora capito, gli interlocutori pubblici ortonesi vanno cambiati al più presto altrimenti saranno loro stessi, una volta scavata la fossa per Ortona in 20 anni di governo "sfascista", che inizieranno ad essere anche i becchini della fu "Perla dell'Adriatico".... non c'è più tempo di confrontarsi! Lo dovevano fare prima .. ma 20 anni iniziano a fare la storia. E' necessario dare una svolta drastica: certi personaggi non vanno più mensionati, considerati, invitati. Vanno invece censiti, isolati e combattuti alacremente, come un cancro maligno da estirpare!!

Questa è la prima regola di chi vuole cambiare da oggi la storia di Ortona!!

Se non è stato ancora chiaro "Lui" oggi è il male, lo rappresenta sublimamente, lo incarna perfettamente, ...... è l'esempio più tangibile di chi è il peggiore, e per questo deve essere "scacciato" dalla cosa pubblica,
"scacciato" dallo stesso popolo che ha potuto credere anche per pochi attimi in lui!!!

I suoi scarsi 1000 voti in possesso sono sempre più fragili, oramai le raccomandazioni e i favori scarseggiano..... Ci aveva provato con Il Centro Oli ma il popolo lo ha smascherato e buttato fuori a calci in culo, ... poi aveva riprovato a lavarsi la faccia con la Discarica di villa Pincione e mentre tutti i "destrorsi" stavano inermi alla finestra il 7 alla Sala Eden gli ultimi coraggiosi presenti lo hanno ridicolizzato e buttato fuori a suon di fischi, tra l'incredulità dei molti "senzapalle" sempre presenti...

Cara Maria Rita, so che molta gente era con te anche se in silenzio!!! ...

Avrei voluto esserci io a difenderti: l'avrei prima smerdato pubblicamente e poi preso a calci in culo perchè un violento come lui può capire solo questo linguaggio pubblico. Lui che pensa di poter fare tutto ciò perchè crede di aver imbrigliato i posti di controllo di un'intera città e che non ha considerato che molti in silenzio si sono preparati, allenati, armati fino ai denti di prove e di argomenti per poterlo rispedire nel posto dove merita .... in galera!!!!

Tutto questo comunque ti assicuro che è in programma, ... è solo rinviato!!

Si legge nel Vangelo di Matteo (7,6):
Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.

Quindi non dubitare di quei tanti che, come noi, ti vogliono veramente bene e che sono pronti a difenderti per quello che sei e per quello che hai fatto per la nostra terra, pur vivendo a migliaia di chilometri di distanza!

Non dare peso superfluo a parole che qualcuno fa girare sul mondo web che non sono in grado di scalfirti minimamente e che non hanno la forza e la verità di raccontare la nostra lotta contro la petrolizzazione dell'Abruzzo.

Noi rispettiamo tutti i pensieri in quanto espressioni umane, ma dubitiamo fortemente di chi attraverso la lotta civica e popolare apre discorsi economici relativi alle proprie peculiarità
professionali.

Maria Rita, in 30 mesi di lotta popolare avrai fatto 10 viaggi dalla California fino a qui, principalmente per la nostra causa, sempre a tue spese! Questo è un dato di fatto inconfutabile.... poi qualcuno ha preso in "prestito" le tue parole scientifiche contro il petrolio in Abruzzo ed ha realizzato un video, che per sostenere la lotta e le spese, anch'io ho comprato a 5 euro... e questo è un altro dato inconfutabile. ... il popolo saprà discernere!!!

Maria Rita, avrai pur il diritto di piangere... di alzarti e lavarti le mani da una conferenza che puzzava di inciuci viscidi da chilometri (.... ti avevo avvisata) .... avrai pure tutto il diritto di alzarti in piedi e di ricordare a tutti che di martino voleva vendere Ortona all'Eni e che noi, popolo abruzzese, non glielo abbiamo permesso!

Maria Rita, per tutto questo sei grande .... non ti abbandoneremo mai: ... quando ritorni???

x x x

lunedì 4 gennaio 2010

uuuhhhmmm....



Mi dispiace per i tanti amici coinvolti ma anche l'appuntamento previsto per il 7 Gennaio 2010 alla Sala Eden di Ortona CONTRO La Discarica d'Amianto di Villa Pincione lo vedo come un "Bluff" ....

Questo ennesimo evento ha solo la forza di sottolineare la pochezza umana nei confronti delle problematiche collettive e nello stesso tempo lascia intravedere la sfrontatezza imprenditoriale verso i guadagni economici personali sopra gli interessi collettivi.

Quando 3 anni fa calava lentamente la scure petrolifera su Ortona nessuno dei politici invitati, Sindaco Fratino, in testa riusciva a comunicare con la popolazione di ciò che stava per accadere. .. Chissà come mai!!!

Solo pochi valorosi cittadini abruzzesi hanno avuto il coraggio di esporsi in prima persona e di lottare in prima linea. ....questi sì che andrebbero invitati in conferenze simili!!!!

Tutti gli altri, politici, imprenditori coinvolti, enti istituzionali, etc. hanno avuto enormi difficoltà ad esporsi e a contrastare con determinazione l'iter burocratico per l'insediamento del Centro Oli Eni di Contrada Feudo di Ortona!

Quasi tutto il consiglio comunale di Ortona il 4 ottobre 2007 ha votato favorevolmente al cambio di destinazione d'uso urbanistico dei terreni di Contrada Feudo già preventivamente acquistati dall'ENI, dove la potente multinazionale voleva impiantare la sua ennessima raffineria italiana.

Molti si sono esposti nel tempo, con prudenza solo per le possibili ripercusioni politiche alle quali potevano essere esposti. .. in una parola "VIGLIACCHI"

Oggi, imparata la "Lezione" dal popolo, dopo consigli comunali svolti in loco, inviti a professori ed esperti in grado di contrastare l'Amianto, c'è persino un imprenditore che sponsorizza e promuove con la sua casa editrice un evento "nobile" contro la Discarica d'Amianto di Marollo, e che al quale invita gli stessi personaggi fautori e sostenitori pubblici di quell'ignobile proposta petrolifera. ...

C'è qualcosa che non quadra!!!!

Scusatemi ma proprio non ci vedo chiaro .... io adoro chi si batte con ogni mezzo per difendere il proprio territorio, ma diffido sempre di chi lo difende solo in certe circostanze e solo per palesi interessi economici personali.

Mi dispiace per la presenza della Prof.ssa Maria Rita D'Orsogna, l'unica vera idealista dell'evento, simbolo univoco della lotta contro la Petrolizzazione dell'Abruzzo!

Mi hanno invitato e mi hanno cercato di coinvolgere in ogni modo... ma non potrò mai dividere la sala con il Presidente della Provincia di Chieti che ha eletto, anche se ricattato politicamente, come suo Assessore Provinciale al Turismo un noto e losco personaggio che ha caldeggiato per anni e anche a sue spese l'arrivo della Raffineria Petrolifera ad Ortona.

Questi ultimi sono dei poveri buffoni che cercano solo palcoscenici pubblici da dove a loro volta riempire di cazzate e di bugie tutti quei poveri illusi che hanno ancora voglia di sentire a vomitare le solite finte promesse!!!

Non posso credere a personaggi che solo 2 anni fa benedivano il petrolio come ricchezza di Ortona e dell'Abruzzo ed oggi lottano, o meglio fanno finta di lottare, contro l'Amianto, cercando meriti che non potranno mai avere!

Tutti Paladini del mio scroto!!

SPERIAMO DI SBAGLIARCI MA FORSE PER QUALCUNO C'E' LA POSSIBILITA’ DI STAMPARE O EDITARE QUALCHE GUIDA DELLA PROVINCIA DI CHIETI, O SIMILE? NON SE LA PRENDESSERO GLI INTERESSATI MA E' SOLO QUELLO CHE RIUSCIAMO A VEDERE IN QUESTA OPERAZIONE....

NO ALLA DISCARICA D'AMIANTO A VILLA PINCIONE, E NO A TUTTI QUEI POLITICI E QUEGLI IMPRENDITORI CHE PENSANO SOLO AI CAZZI LORO....