sabato 12 gennaio 2008
ORTONA COME MONTESILVANO?
La realtà di Montesilvano descritta dagli inquirenti nell’inchiesta "Ciclone", che ha portato agli arresti l'ex sindaco, assessori, imprenditori, ed affini e al sequestro dei loro beni, e di alcuni cantieri edili, era quella di accontentare i costruttori amici. L'obiettivo primario mirava a schiacciare quasi sempre l'interesse pubblico, che veniva molto dopo e per giunta considerato come un ostacolo, a favore dei soli amici degli amministratori pubblici. Ci si metteva intorno ad un tavolo per analizzare per prima le esigenze "dell'imprenditore amico"; poi lo stesso si rivolgeva al referente di turno all'interno dell'amministrazione che avrebbe lavorato e sponsorizzato dalle stanze dei bottoni il progetto medesimo. In un secondo momento gli amministratori cercavano di elaborare - insieme ai tecnici - le modalità per far apparire il più legale possibile l'operazione che però violava spesso in più punti la legge. La parola magica alla base di tutte le operazioni era sempre la stessa: cubatura, l'unico dio osannato nella «terra di nessuno» da oltre trent'anni a questa parte. La procedura amministrativa messa in piedi dagli amministratori compiacenti (accordo di programma) doveva prevedere tra l'altro, quasi fosse un “elemento accessorio”, un qualche interesse pubblico. Tutto si giocava sulle norme che attribuiscono al costruttore premi di cubatura e incentivi: il mezzo per regalare centinaia di migliaia di euro alle imprese. La sapiente Procura di Pescara, con il Pubblico Ministero Gennaro Varone ed il Procuratore Nicola Trifuoggi, ha saputo smascherare il gioco fuorilegge dei governanti senza scrupoli fino all'arresto e alla pesante confisca dei beni degli inquisiti. (notizie da www.primadanoi.it)
E' proprio di queste ore una notizia trapelata dallo "struscio ortonese", e quindi di fonte incerta e non confermata dagli organi di stampa, che diversi amministratori di Ortona e alcuni imprenditori a loro vicini rientrerebbero come inquisiti in una nuova inchiesta della Procura della Repubblica di Chieti simile a quella sviluppatasi a Montesilvano negli ultimi mesi. Sarà vero? Mah! ... se non vediamo non crediamo! (come indagava il dubbio dell'Apostolo Tommaso patrono della città).
La verità è che ormai da alcuni mesi ad Ortona non c'è più tranqillità, dopo che gli amministratori locali si sono presi gioco della popolazione tutta con la questione nazionale del potenziale centro Oli ENI previsto in Contrada Feudo, mantenendo per questo caso i cittadini all'oscuro del pericolo industriale dell'insediamento petrolchimico! I "soliti noti" senza scrupoli hanno camminato sull'etica dei cittadini e hanno infangato la storia di una città sospesa tra terra e mare da più di tremila anni. Forti delle sbadataggini delle leggi e adepti solo delle procedure d'ufficio, gli amministratori di Ortona sono riusciti a creare una storica spaccatura sociale e per di più insanabile a breve tempo!
Sarà forse questa "possibile" inchiesta della Procura della Repubblica di Chieti a lenire la morale calpestata dei cittadini?
Noi ci auguriamo che in ogni caso sia fatta giustizia e che queste notizie trapelate siano al più presto chiarite o smentite, perchè altrimenti continuerebbero solo ad alimentare il malcontento generale! Un malcontento che potrebbe sfociare in una vera e dannosa rivolta popolare.
Una prima risposta, forse ce la può dare l'immagine di uno storico volantino stampato dalla gloriosa Tipografia Angelo Del Re di Ortona e datato domenica 3 ottobre 1954. Allora si che avevano le idee chiare su quale doveva essere il futuro della ridente cittadina adriatica e qual era allora l'economia trainante del nostro territorio. Vi sembra un grappolo d'uva o un pozzo per l'estrazione petrolifera? ... a voi le considerazioni.
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8 commenti:
beh sarei davvero felice....se fosse vera sta cosa...
Lasciamo la magistratura lavorare con calma...e confidiamo in loro..
del resto woodcock a potenza per l'affare centro oli ha messo dentro moltissimi politici...
e poi consiglio di vedere anche il prg approvato...
W LA LEGALITA'
cavoli...se è vera hai fatto lo scoop del secolo!!!!iihihihi
sarebbe ora, speriamo che diano una ripulita che c'e' parecchia fogna in giro.
IL VERO SCANDALO E' CHE ALLA D'ORSOGNA NON SIA STATO CONCESSO DI PARLARE PRESSO LE SCUOLE DI ORTONA, A DIFFERENZA DI QUANTO AVVENUTO CON LO SCIENTIFICO DI LANCIANO E L'INDUSTRIALE DI CHIETI...
CENSURA BULGARA?
LUOGHI DELLA CULTURA MORTIFICATI DA UN MODO DI FARE CHE RICORDA CORLEONE...
QUESTI FATTI VANNO DENUNCIATI
La determinazione a non dover perdere la battaglia che ci oppone al centro oli ENI, deve farci riflettere su quali possano essere le strategie giuste per ottenere il "risultato". Anche se questo potrebbe costarci un pò di visibilità, non ce ne dovremmo preoccupare, perchè quello che a noi, sostanzialmente importa, è dare un colpo di freno al meccanismo che è in movimento e che porterà, se non succede nulla di clamoroso, alla realizzazione del centro oli. Quello per cui noi ci stiamo mobilitando non riguarda soltanto la città di Ortona. Noi contestiamo certamente la costruzione del centro oli, ma ancora più a fondo contestiamo il modo di fare politica e di prendere le decisioni delle nostre amministrazioni, a partire da quella di Ortona per finire a quella della regione Abruzzo, passando per quella della provincia di Chieti. Noi contestiamo la prepotenza di chi, non tiene nella dovuta considerazione, la manifesta volontà popolare contraria a determinate scelte, ritenute sbagliate. E' dovere delle amministrazioni politiche coinvolgere la cittadinanza su tutti i processi decisionali, a partire dal percorso degli scuola-bus, alla raccolta dei rifiuti, alla valorizzazione di talune zone al posto di altre e soprattutto su questioni strategiche di lunga portata come la scelta di realizzare un centro oli oppure puntare maggiormente sulle potenzialità agro-turistiche e religiose della nostra città. Sulla base di questa critica al modus operandi delle amministrazioni, penso ad un movimento ampio che raccolga tutte le proteste sensate della nostra regione. Con esse stringiamo alleanze per giungere alla determinante cifra delle diecimila presenze che riuscirebbero, inevitabilmente, a cambiare il corso degli eventi, sia per ciò che riguarda il centro oli, sia per ciò che riguarda le altre vicende locali e regionali, altrettanto importanti.
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