
dal Corriere della Sera di lunedì 22 giugno 2009
L'importante quotidiano milanese pubblica una intervista realizzata a mons. Ghidelli, Arcivescovo di Lanciano-Ortona, sulla vicenda personale di Silvio Berlusconi. Ve la proponiamo perchè secondo noi è estremamente interessante.
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ROMA
Che ne pensa, eccellenza?
«Il presidente del Consiglio non deve illudersi che la Chiesa taccia. La Chiesa non rinfaccia nulla a nessuno, per carità cristiana, ma è evidente che i vescovi hanno una precisa morale da difendere». Carlo Ghidelli, arcivescovo di Lanciano e Ortona nonché biblista di fama internazionale, è un uomo abituato a parlare con chiarezza evangelica, senza veli curiali.
Ma la distinzione tra sfera privata e sfera pubblica? C’è chi dice: il governante si giudica per come governa, il resto riguarda la sua coscienza…
«Le dirò, in un caso simile questa distinzione non mi garba. Perché il premier è una persona pubblica, ha responsabilità pubbliche. Certo: una cosa è il rapporto, assolutamente personale, che ha con la sua coscienza e con Dio, se in lui c’è ancora un’apertura al trascendente. Perché, come si dice, se uno non vive come crede finisce col credere come vive...».
E allora?
«E allora ciò non toglie che di fronte al popolo abbia il sacrosanto dovere di smentire le accuse, le chiacchiere, i gossip o come li vogliamo chiamare contro di lui. E il popolo abbia il diritto di avere chiarezza».
Anche «Avvenire», in effetti, chiedeva facesse chiarezza «al più presto »…
«Appunto. E secondo il mio parere personale, che non vuole assolutamente andare contro altri, aggiungo che non si tratta di una cosa desiderabile o auspicabile. E’ assolutamente necessaria. Io non mi appello alla sua coscienza ma al suo dovere di cittadino eletto e messo a capo del governo ».
Ma che dovrebbe fare, in concreto, Berlusconi?
«Ciò che lui stesso ha promesso anche l’altro giorno: portare le prove contro queste voci. Smentire le accuse sul suo conto: ma con dei fatti, non solo a parole. Quando uno occupa quel posto, non si può dire che gli affari privati siano un problema suo. Ripeto: è una persona pubblica. Io come vescovo devo rispondere al Papa e al popolo di Dio. Lui, come premier, ha il dovere di rispondere alla gente che lo ha eletto, all’opinione pubblica».
E non basta ciò che fa come premier?
«E’ chiaro che per il suo ruolo debba rendere ragione della ricerca del bene comune, della salvaguardia della democrazia sostanziale e così via. Ma anche qui: ormai la cosa è diventata pubblica. Come può, in questa situazione, esercitare il suo compito in modo sereno ed efficace? Ci sono tanti equivoci e anche per lui è meglio dissolverli».
Nei giorni dell’assemblea generale dei vescovi, in pieno caso Noemi, tra di voi ne avete mai avete parlato?
«No, per la verità no».
Ma a lei tutte queste «voci» che effetto fanno?
«Mi richiamano un problema generale: la caduta delle evidenze etiche. Sa, ho qualche dubbio sul fatto che la gente sia turbata. Temo che pure fra la nostra gente vacilli il sostegno di un giudizio etico forte, sicuro. Viviamo in una società nella quale è bravo chi ha fatto i soldi, ha successo, sa attrarre l’attenzione degli altri. Magari c’è chi pensa: beato lui che è diventato ricco, che ha fatto carriera, eccetera. Questi sono gli pseudovalori su cui si giudica. Ho paura che la gente non si scandalizzi. E non vorrei si pensasse a una Chiesa connivente».
In che senso?
«Qui non è questione di offendere né di mancare di carità verso nessuno. Solo di esigere chiarezza. Deve avere il coraggio di parlare. Pensi a cosa è successo più volte negli Usa: perché in Italia dovrebbe essere diverso?».
Perché qui non ci si scandalizza?
«Torniamo agli pseudovalori che portano a giustificare tutto. Il denaro, il potere, il successo. Gesù è stato tentato su questo, dal diavolo, nel deserto: avere, potere, valere…».
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Ora Eccellenza, Lei conosce la stima e l'affetto che noi nutriamo per Lei sin da quella domenica piovosa di gennaio, dove come un padre si è insediato sulla Cattedra Frentana. Proprio per questo ci permetta di porLe una riflessione .....
Le parole che Lei stesso ha usato per divulgare i dubbi sul comportamento del Presidente del Consiglio, e gli inviti alla chiarezza che lei stesso ha rivolto a Berlusconi sul più importante quotidiano italiano, sono oro colato per chi come noi crede nella corretta morale degli amministratori pubblici!
Pertanto Eccellenza, potrebbe amplificare il Suo stato d'animo anche nei confronti degli amministratori operanti nella Sua Diocesi? ..... Potrebbe usare quelle stesse parole per stigmatizzare con forza certi comportamenti affinchè non diventino esempi da perpetrare grazie al potere e alla forza politica?
La preghiamo Eccellenza di portare avanti questa Sua campagna mediatica anche su quelle pagine sempre benevoli degli organi di stampa locali schierati come ricci a difesa dei loro capi-partiti, che non trovano mai spazio per scrivere in merito alla continua caduta dei valori, e mai il coraggio di prendere posizioni davanti ad accadimenti ufficiali che coinvolgono amici e amministratori pubblici!
La invitiamo Eccellenza a perpetrare questa Sua nobile crociata a sostegno di una auspicata nuova rincorsa ai valori sociali, soprattutto nei meandri incrostati e ambigui dei poteri locali!!
Le nostre città sono piccole, spesso bigotte e quasi sempre "increduli" (Sancti Toma Docet) nei confronti delle realtà spesso velate a norma!!!
Fiduciosi nel Suo mandato riponiamo ancora in Lei quella fiducia che purtroppo per noi è fuggita dai luoghi del potere pubblico!