venerdì 3 luglio 2009



“CI MANCHE A L’ADRIATICHE NA PERLE”
…. correvano tra le note le parole del noto compositore Guido Albanese, dedicate alla distruzione dell’80% del tessuto urbano della città di Ortona avuta nel corso dei bombardamenti della II° Guerra Mondiale nel 1943.

“CI MANCA UN PEZZO ….. DI VITA” potremmo scrivere noi oggi, orfani degli ultimi trent’anni di storia sociale dove, purtroppo per i cittadini di Ortona, oltre a qualche piccola naturale e positiva escrescenza socio-culturale, non è successo niente di rilevante a tal punto da dover essere stampato sui libri di storia!

Definiremmo questo lasso di tempo (1979/2009) come “Il Periodo dei Recuperi”, dopo che altri, prima di noi, avevano già assistito a precedenti trent’anni (1948/1978) definibili come “Il Periodo della Ricostruzione post-bellica”!

Un periodo, l'ultimo trentennio, testimone di diverse generazioni spesso succedutesi ignare di ciò che vivevano, attente solo al proprio mondo e pronte a tralasciare con leggerezza le problematiche comuni e sociali! Proprio quelle, secondo noi, in grado di segnare storicamente il tempo in cui si vive!

Parole e basta? … forse per alcuni di certo….. ma non per chi, come noi e tanti altri, crede nella crescita della cultura sociale di un paese a tal punto da innalzarla a volano principale dello sviluppo etico-storico-economico di una comunità!!

D’altronde i numeri, imparziali giudici della storia, ci danno ragione!!

Negli ultimi 30 anni la crescita è stata pari a ZERO grazie solo alle generazioni di immigrati arrivate dall’est europeo, altrimenti saremmo stati costretti a registrare forti percentuali di perdita!!!

Da ciò si deduce che la crescita economica non ci è stata, anzi una lenta recessione guida da 30 anni la ignara e silenziosa discesa economica locale!

Abbiamo visto inermi chiudere fabbriche, rimpiangere
tra i nostri concittadini la fuga dei cervelli più importanti, constatare con amarezza l’emarginazzione di tutte quelle intelligenze fondamentali e necessari alla continua crescita culturale di Ortona! Tutto questo senza che la classe politica facesse qualcosa, ... si ribellasse contro qualcuno!!!

Dentro questa realtà sono emersi, come d’incanto, solo pochissimi episodi esemplari economici e culturali, che in mancanza d’altro inizialmente sono sembrati di enorme importanza! Lo scorrere del tempo poi li ha pian piano ridimensionati come prossimi alla normalità, se confrontati con realtà urbane simili, o addirittura inferiori!!

Solo poche classi sociali sono riuscite a galleggiare dentro questa “bassa palude”; casualmente son stati sempre i nostri "mitici" amministratori pubblici e gli operatori economici a loro vicini, questi ultimi spesso a capo del sostegno politico dei primi. Una sorta di “misticanza” tra potere politico ed economico che vive e si alimenta da solo, che confina tra di loro, che si nutre esclusivamente per loro!!!

Questa realtà è conveniente solo ad una ristretta cerchia di persone. Un indirizzo malato della società che a priori sembra
per qualcuno la formula ideale per far vivere bene una comunità, ma che a lungo andare mette a nudo tutti i limiti della stessa, proprio perchè vive solo per un piccolo nucleo di abitanti!!

“Il Periodo dei Recuperi” (1979/2009) a conti fatti quindi, non ha prodotto nulla di realmente positivo per la maggioranza della popolazione se non la sola parvenza materiale dell’operato pubblico.

Abbiamo constatato edifici distrutti per sempre come:

- il Cinema Odeon a favore di cubature spropositate che non hanno niente a che fare con la buon architettura;

- il Comparto Caldora che grazie ad un recupero inguardabile è riuscito a moltiplicare lo spazio edificabile a scapito della leggerezza e della totale assenza di qualsiasi linguaggio architettonico in grado di confrontarsi con il prospiciente Palazzo Farnese; unico manufatto storico fuori scala del 1582 eretto a sud del fuso urbano medievale. Un progetto che per gli ortonesi ha avuto la fortuna di portare in dote il nome del suo autore, Giacomo della Porta, architetto e già capo della Fabbrica di San Pietro in Roma.

Edifici recuperati o meglio risanati con sufficienza come:

- il Convento di Santa Caterina, poi di Sant’Anna, con i vari cortili annessi, Il Teatro Vittoria e il Castello Aragonese. Edifici, questi, tutti impegnati nelle varie rincorse politiche ed usati come merce di scambio elettorale e mai come degni involucri per progetti culturali ambiziosi!

Edifici tralasciati da sempre e regalati all’incuria come:

- la Basilica Paleocristiana di San Marco sul colle di San Donato;

- la Pietra di Morrecine nella zona omonima;

- la Fonte ottocentesca del Peticcio nei pressi della valle omonima;

- le ultime Torri urbane medievali ancora rimaste della città;

- le Torri Costiere della Mucchia e del Moro;

- l'architettura rurale rimasta intatta
da più di un secolo con molti esempi diffusi nel nostro territorio, e mai adeguatamente tutelati dalla rincorsa all’urbanizzazione delle nostre campagne!

Forme associazionistiche di vario genere lasciate allo sbando se non apertamente schierate politicamente.

Abbandono di progetti ambiziosi come musei fatti nascere gratuitamente da volontari cittadini e poi spiattellati come personali da bassi politici e da scaltri direttori di comodo.

La grande distribuzione è arrivata in città (grazie a dubbiosi capitali investiti) principalmente per arricchire le tasche dei noti e loschi intermediari e per gettare nella rete dei ricattabili a vita tutti quei raccomandati che pur di lavorare sono stati pronti a vendersi al diavolo!!!

Totale mancanza di iniziative pubbliche di rilevanza socio-culturale che non prevedano, bancarelle, porchette comuni, concerti, feste e fuochi d’artificio, fiere pseudo-pubbliche istituite a quel che si vede o si crede solo per interessi privati, inaugurazioni plurime!!!

..... e come colpo finale, dopo tutto questo, i soliti amministratori locali, avevano pensato di vendere definitivamente il nostro territorio all'ENI agevolando apertamente la potenziale costruzione di una raffineria petrolifera in Contrada Feudo di Ortona, tra le
vigne più belle di Montepulciano d'Abruzzo della nostra regione. Una potenziale raffineria, chiamata tecnicamente Centro Oli raccolta e raffinazione, che avrebbe regalato pochi posti di lavoro, un fortissimo impatto ambientale, un pericolosissimo inquinamento per l'ambiente e per la salute umana!!

Ortona negli ultimi 30 anni è stata tutto questo: non vediamo altro!! Non riusciamo a vedere altro!

…., o forse si!!! ...., non c’è lavoro, molti ragazzi sono costretti ad emigrare, l’economia locale e il commercio languono, l’agricoltura e il turismo boccheggiano, i giovani fondamentalmente in città si annoiano ……., eppure qualcuno riesce a godere di questa situazione!! Qualcuno riesce a diventare sempre più ricco!!

I casi sono due: o questi hanno dei cervelli da Nobel oppure sono bravi solo a farsi trovare nel punto giusto al momento giusto! ... rimane il dubbio in ogni caso perchè da 30 anni a .... "farsi trovare in quel punto giusto" ci sono sempre loro, .... sempre e irrimediabilmente sempre gli stessi!!!


.... il porto, sempre decantato come "la gallina dalle uova d'ora", nel 2009 continua ad essere un pugno in un occhio come belleza naturale della costa locale e continua a produrre economia solo per i soliti pochi;

..... i terreni agricoli di noti esponenti politici e dei loro amici con l’ultimo opinabilissimo PRG sono magicamente divenuti edificabili con un incremento esponenziale del loro valore fondiario mentre molte parti del tessuto urbano di Ortona in grado di far fare un salto di qualità alla città sono state "congelate" per puerili dispetti politici;

...... il valore culturale oramai non si misura più sulla bravura dei singoli operanti o sulla validità delle loro idee ma solo ed esclusivamente dal loro attaccamento alla politica e agli uomini di potere!


Che fare?

Puntiamo ad un nuovo “PEZZO di STORIA” che esuli dagli ultimi 30 anni …. ORA TOCCA A NOI donare ad ORTONA nuova linfa vitale, una nuova morale sociale!!

1 commento:

maurovanni ha detto...

Caro Mauro, leggi un po' che mi è tornato in mente ....

Ortonesi (emigrati ultimi tre anni):

Arcangelo Di Paolo (Conservatore di Beni Culturali) classe 1975; emigrato Montreal (Canada)

Giulio Recchioni (Linguista) classe 1980; emigrato Vancouver (Canada)

Giorgio Grimaldi (Ingegnere e Product Manager Generale Electric) classe 1975; emigrato Paris (Francia).

Gianmario Pala (ingegnere chimico) classe 1973, emigrato Dublin (Ireland).

Antonio Forlì (Ingegnere Aerospaziale) classe 1975, emigrato Kolonia (Germany).

Stefano Papale (Ingegnere Chimico) classe 1975, emigrato Paris (Francia).

Cosa hanno in comune queste persone? Tutto: prendevano lo stesso autobus per andare al Liceo scientifico di Francavilla, hanno avuto gli stessi insegnanti e sono tuttora amici a distanza.

Nel 2009 il numero è destinato ad aumentare...

Trai pure le tue considerazioni

Ciao / AdP