giovedì 30 aprile 2009

PERDONO, PERDONO, PERDOOONOOO ...




... e puntuali come ogni anno arriva il periodo del Perdono di San Tommaso Apostolo intorno alla prima domenica di maggio! L'alone della "Festa" è come sempre da copione: le casse comunali continuano imperterrite a gettare lacrime amare e i fondi per l'odiato-amato Corteo Storico, per la Musica nostrana e quant'altro sono sempre esigui.

Quest'anno però la sciagura portata dal sisma aquilano viene incontro ai nostri gloriosi amministratori e pertanto si coglie l'occasione a volo scegliendo una forma ridotta per i festeggiamenti, devolvendo i soldi che si sarebbero dovuti spendere ogni anno
a favore delle popolazioni terremotate. Soldi che non ci sono seppur preventivati nel bilancio comunale non ancora approvato! Ci annunciano con dei "tremolanti manifesti" che per questo motivo si svolgeranno soltanto i festeggiamenti religiosi.

Bene così! In ogni modo è per una causa nobile!

... qualcosa però, come al solito, non quadra mai quando ci sono di mezzo gli amministratori di Ortona.

All'improvviso, "come d'incanto", viene pubblicizzato anche un programma dei festeggiamenti oltre a quello delle attività religiose già note da tempo. Giostre, bancarelle, gli immancabili mercati. E poi cantanti, attori, gruppi locali, musicisti dell'ultima ora! Tutti pronti a dare lustro alle qualità tradizionali e artistiche della nostra città! Mancano solo i Fuochi d'Artificio degli amici pugliesi del Sindaco (?). ... peccato!!

La stampa sempre arida di scoop d'inchiesta ma sempre prodiga all'annuncio delle "organizzazioni festeefiere" (OF
eF) promosse dal municipio, come era da aspettarselo non impiega tempo a dare ampio risalto agli avvenimenti dell'ultim'ora.

Come abitudine scorgiamo tra gli "artisti" in programma, candidati, amici di partito, simpatizzanti esterni, insomma tutta la grande famiglia del centro destra pronta a sostenere la causa, stretti intorno alla propria amministrazione e ai propri uomini di punta (?)! ... proprio una bella festa fatta in casa!

.... e i soldi per questa festa improvvisata? Gli "artisti locali" non prenederanno soldi? ...forse non lo meritano? Questo non ci è dato saperlo e neanche la stampa "prontamente" ne ha dato risalto proprio perché forse dei fatti economici pubblici meno si parla e meglio è! Nessun giornalista chiede e nessuno del Municipio locale risponde!

Tutto nella norma!! Tutto deve sembrare bello e buono altrimenti il paventato "sistema ortona", già da noi più volte smascherato a ragione, potrebbe incrinarsi ulteriormente!!

Quanti soldi preventivati per le feste del Perdono di San Tommaso Apostolo saranno destinati ai terremotati? Come saranno consegnati? ... a chi saranno consegnati? Quando li verseranno se il Bilancio Comunale è ancora da approvare?

SILENZIO!!!! ... ma questa da tempo è la nostra città! ... omertosa e ignobile!

BENVENUTI ad ORTONA!!!! Patria dell'ENI e di San Tommaso Apostolo. Binomio voluto dal sindaco (?) e da tutta la sua amministrazione!

Un noto artista locale, scultore validissimo, è stato commissionato per produrre una scultura d'Argento, come il Busto del nostro patrono, raffigurante un cane a sei zampe, da far sfilare sempre a Perdono prima della processione religiosa della domenica! grandissima idea!!

... l'unico intoppo è che lo scultura dovrà realizzarla senza soldi perché il comune non ha più fondi da destinare per le manifestazioni "fai da te" oltre quelli che devolve in beneficienza all'Informagiovani, a Ortonambiente e al fantomatico Comitato Porto!

.. ma come farà a lavorare questo noto artista locale? ... mah! Misteri della vita!

"Scherzi a parte" (?), ad Ortona oggi molte verità rasentano l'incredulità popolare! Molti accadimenti inimmaginabili vengono resi reali da personaggi loschi che vivono sempre nei limiti della legalità.

ORTONA VENDUTA all'ignobiltà, PERSA tra i lontani ricordi della dignità umana, ORFANA della gloriosa storia dei suoi avi.

La cruda realtà rilega ORTONA ancora martire di quei bombardamenti del 1943 che l'hanno resa ferita per sempre, timorosa delle sue stesse eccellenze! Preda degli sciacalli che puntualmente anno dopo anno vengono fuori: di generazione in generazione educati a rubare anche gli ultimi aneliti di vita di quella che fu "Perla dell'Adriatico" e che oggi si mostra ai suoi becchini come una città morta e sepolta.

Gli ottusi pseudo signorotti che dall'unità d'Italia tessono le trame del potere locale e che da sempre hanno rilegato i contadini allo stereotipo del "cafone ignorante", dopo 150 anni hanno cercato di affossare definitivamente le loro terre, i loro prodotti, le loro tradizioni. Hanno cercato di far attecchire la pianta già marcia del petrolio, di affumicare il nostro "lu ciele 'bbelle e l'arie a 'ccuscì fine",già descritto in paole e musica da Dommarco e Albanese, hanno cercato di inquinare i nostri fiumi già malati e le nostre spiaggie mai curate abbastanza!

Ci hanno provato per dare quella ventata di soldi momentanei agli amici degli amici. Lo avevano già fatto con i centri commerciali sorti come funghi, con i rari posti fissi ancora vendibili, con i contratti co.co.co. e con tutte le possibilità che hanno avuto per imbrigliare i voti degli stolti e le menti degli ignavi.

Ci hanno provato ma hanno trovato molti di noi sulla loro fragile strada. Al grido "Meglio il Vino di Fratino & Di Martino" li abbiamo rispediti a "calci in culo" nei loro bui uffici intrisi di galoppini e faccendieri muti, devoti solo allo stipendio e ai cazzi loro!!!

Ci stanno ancora provando ma le nostre scarpe sono sempre più pesanti e pronte a menar calci a chi ancora ha in mente di rovinare per sempre il nostro territorio.

BUON PERDONO DI SAN TOMMASO APOSTOLO A TUTTI!

venerdì 24 aprile 2009

INIZIANO A VOLARE GLI SCHIAFFI!



Saranno solo voci di popolo? ...mah! Quando però queste voci arrivano dall'ambiente portuale si inizia a credere che forse nella notizia ascoltata in piazza potrebbe esserci un velo di verità.

Chi lavora sul mare conosce a fondo il pericolo che lo stesso porta in sé. Perciò il mare viene sempre rispettato ed amato con passione: si è sempre sinceri con lui perché si sa che se lo tradisci prima o poi quando meno te lo aspetti si prenderà la rivincita.

E così è successo: "anonime voci di porto" dicono che il primo cittadino di Ortona (?) sarebbe stato preso a sberle da qualcuno stufo dei suoi "ripetuti comportamenti falsi e per niente rispettosi". Dicono che il fatto sarebbe successo volutamente tra la gente proprio a cercare l'eco inevitabile della notizia!

Non scendiamo in particolari per rispetto non dell'uomo politico, perché non lo merita proprio, ma solo per rispetto della sua famiglia!

E' pur vero che prima o poi c'era da aspettarselo.

La velata
arroganza stampata sulla faccia dei finti bravi ragazzi trova sempre la propria negazione nell'insicurezza dei loro fragili comportamenti e dai loro contorti modi di espressione che si riscontrano puntualmente nella storia di molti uomini di potere.

Queste caratteristiche portano quasi sempre all'avvento di situazioni catastrofiche.

Il "fatto di cronaca" del quale abbiamo fatto mensione sopra, non ancora confermato ufficialmente ma neanche smentito da nessuno, crediamo sia l'allarme di una situazione socio-economico-politica che sta per esplodere a danno di tutti i cittadini di Ortona e di quelli limitrofi.

Non aver saputo controllare una delicata situazione come quella del potenziale insediamento del Centro Oli Eni di Contrada Feudo, ed aver guidato sottobanco quasi tutto il consiglio comunale del 4 ottobre 2007 ad avallare la decisione più assurda di tutta la storia della città di Ortona, ha portato il sindaco (?) Fratino agli occhi dei cittadini
ad essere il primo responsabile della "vendita" della città all'Eni .

Oggi qualcuno, sentendo le voci che circolano in giro, per fatti personali si è limitato solo a rompergli il muso. Domani qualcun'altro per fatti sociali di interesse collettivo chissà dove potrebbe arrivare a spingersi!!

Per molti il futuro di Ortona oggi può essere segnato solo da quelle poche e note imprese portuali che pur di raggiungere i propri obbiettivi economici hanno dimostrato palesemente di essere pronte a camminare sulla dignità dei valori ambientali, sociali e umani dello stesso territorio dove vivono!

Tutte insieme, compiacenti e associate fra loro, cercano senza sosta di non far svanire i 200 milioni di euro messi sul tavolo dall'Eni per la costruzione della "maladetta raffineria" pensata a pochi metri dalla costa adriatica, dentro un territorio fiero dei suoi 1500 abitanti distribuiti a pochi metri dal confine della potenziale raffineria, affianco ai più famosi vitigni DOC abruzzesi contornati da migliaia di oliveti unici, e troppo vicino ai
centri abitati di Ortona, di Tollo, di Francavilla al Mare e di Miglianico

Immaginare il Porto di Ortona circondato da super petroliere in attesa di carico ci fa ribrezzo! 100.000, 200.000 tonnellate di scafi in acciaio che stridono palesemente con i nostri occhi e con i nostri trabocchi, con le nostre uniche insenature, con le nasse dei pescatori, con gli scogli e le spiagge della costa che si snoda da Pescara fino a Vasto.

Non speriamo che quei seimila cittadini che hanno rieletto Fratino sindaco (?) per la seconda volta riescano a capire dove questo mediocre personaggio sta traghettando Ortona
in silenzio: speriamo solo che molti di loro stessi non debbano arrivare alle mani con lui per fargli capire che da troppo tempo sbaglia di grosso!!

venerdì 17 aprile 2009




SPUNTA IL DOSSIER SEGRETO CHE ANNUNCIAVA IL DISASTRO IN ABRUZZO


La Procura dell'Aquila acquisisce il carteggio tra Regione ed enti locali.
«Intervenite o crolla tutto»: ai pm il dossier segreto che annunciava il disastro. La Protezione civile censì gli edifici nel 2005. «Ecco chi poteva salvare scuole e ospedali»

Fiorenza Sarzanini
17 aprile 2009 - da corriere.it

Avevano compilato le schede di valutazione, individuato le «criticità», elencato gli interventi da effettuare e persino l’entità dei fondi da stanziare. Ma quelle indicazioni fornite nel 2005 dai tecnici della Protezione civile dell’Abruzzo guidati dall’ingegner Pierluigi Caputi sono rimaste sulla carta. E le decine di edifici inseriti nella lista di rischio sono venuti giù con la scossa della notte del 6 aprile, provocando in alcuni casi anche morti e feriti. La procura dell’Aquila acquisisce il carteggio finora segreto tra Regione ed enti locali, e apre il capitolo delle responsabilità dei pubblici amministratori. Perché quelle schede consentono di individuare chi doveva intervenire e invece non ha dato seguito alle segnalazioni. Basta scorrere la lista per capire quanto dettagliate fossero state le ispezioni. E basta guardare quel che resta dei palazzi del centro storico della città per capire che cosa non abbia funzionato.

L’esempio più eclatante è quello della scuola elementare De Amicis di San Bernardino. Il grado di vulnerabilità assegnato dagli esperti era 36, il più alto. Nella tabella sui livelli di pericolo erano previste tre opzioni: danno lieve, danno severo, collasso. E così il grado di resistenza assegnato nell’ipotesi di sisma più grave era 0,099, cioè nullo. Al di là dei numeri e dei calcoli matematici la conclusione era chiara: così come era costruito, il palazzo non avrebbe potuto resistere a un terremoto di forte intensità. Esattamente quello che è avvenuto, il tetto è crollato e le mura sono pericolanti. Stesso discorso per la casa dello Studente, per la prefettura, per l’ospedale San Salvatore. Perché anche in questi casi la «vulnerabilità» era stata ben evidenziata dai tecnici, ma gli enti gestori non hanno provveduto a sanare le carenze.

Nella relazione preliminare che dovrà essere esaminata dal procuratore Alfredo Rossini e dal suo sostituto Fabio Picuti è ricostruita la storia di un disastro purtroppo annunciato. Una devastazione della quale si chiederà conto nei prossimi giorni alle imprese edili che hanno costruito i palazzi senza rispettare la normativa e a chi avrebbe dovuto vigilare perché questo fosse evitato. «Nell’anno 2001 — è scritto nel documento — il Dipartimento della Protezione civile diffondeva a tutti gli enti pubblici i risultati di una sua campagna di indagine, svolta negli anni 1997-1999 relativa a valutazioni di vulnerabilità sismica su edifici pubblici, strategici e speciali ricadenti nell’Italia Centro-meridionale ». Ed ecco il passaggio chiave: «L’analisi era posta a disposizione dei soggetti pubblici proprietari di immobili per le eventuali attività di prevenzione». È proprio a questi «soggetti» che i magistrati chiederanno conto. Ma non solo. Nel documento si rintracciano gli indizi per individuare la catena di responsabilità. Perché si specifica che «gli obblighi di messa a norma degli edifici e infrastrutture destinati ai diversi usi resta, in termini generali, in carico ai singoli soggetti proprietari, così come peraltro ribadito dall’Ordinanza della presidenza del Consiglio 3274/2003 che avviava il programma generale di messa in sicurezza in relazione alla emanazione della nuova normativa tecnica per le costruzioni in zona sismica».

Ma la relazione fornisce anche altre informazioni utili all’indagine: «Nell’anno 2004 si avviava altresì una analoga indagine finalizzata alla migliore allocazione delle risorse finanziarie che man mano si sarebbero rese disponibili per la messa in sicurezza sismica degli edifici e delle infrastrutture di carattere strategico e rilevante. Anche tale attività vedeva il pieno coinvolgimento di tutti i soggetti proprietari di immobili, in una prima fase per l’individuazione e la caratterizzazione di massima degli edifici, e in una fase successiva per il reperimento della documentazione tecnica disponibile e per il supporto tecnico-logistico durante l’esecuzione dei sopralluoghi. Sulla base dei risultati di detta attività e delle priorità discendenti, negli anni 2005-2007 sono stati definiti (con fondi sia regionali che attribuiti dalle Ordinanze della presidenza del Consiglio dei ministri 3602/2004 e 3505/2005) due distinti programmi di verifica sismica delle strutture censite, attribuendo ai soggetti proprietari risorse per le verifiche di adeguatezza sismica rispetto alla nuova normativa». L’obiettivo è specificato: verifiche nel territorio regionale su circa 280 edifici e su circa 100 ponti e viadotti. Palazzi e infrastrutture che in molti casi non hanno retto al terremoto di dieci giorni fa.



martedì 14 aprile 2009




Quelle 400 scosse ignorate che hanno piegato la Casa dello Studente a L'AQUILA in Via XX Settembre, 46


da www.repubblica.it dall'inviato ATTILIO BOLZONI

I nomi dei colpevoli forse sono sepolti con le vittime, quei sette o nove o undici ragazzi morti. Sono nascosti fra le macerie, nei fascicoli inghiottiti come i cadaveri, nelle carte che raccontano la storia di questi cinque piani che non ci sono più: la casa dello studente dell'Aquila, un palazzo che ora non ha più nemmeno un padrone.

È una delle fosse comuni dell'Abruzzo squarciato, una delle vergogne della città fatta con la sabbia.

Ricordatevi questo indirizzo: via XX Settembre 46. Ricordatevi il numero civico e anche la strada. E' quello del primo palazzo di una strage annunciata. Quattrocento sono state le scosse dal mese di gennaio alla maledetta notte di domenica e nessuno ha mai mandato un tecnico, un ispettore, un geometra a fare una perizia in quelle camerate che in pochi secondi sono cadute giù.

Quattrocento scosse e neanche un sopralluogo, una foto dei luoghi, la ricerca di una crepa, di un muro storto. "In questi tre mesi non abbiamo mai visto nessuno della Regione e nessuno della Protezione civile o dei vigili del fuoco", dice Luca D'Innocenzo, il presidente dell'Asdu, l'Azienda per il diritto agli studi universitari che fino a tre giorni fa gestiva la "casa" dell'Aquila e oggi piange Davide, Angela, Luciana, Michelone, Alessio, Chiara, Francesco e forse altri quattro degli studenti che abitavano lì.

Il palazzo è un cumulo di pietre. Era alto una ventina di metri, aveva una cinquantina di stanze e centodiciannove posti letto, una mensa, una sala per i computer e un'altra per le riunioni, gli uffici amministrativi, i locali dello sportello per il pubblico. Una parete è scivolata trascinandosi tutto il resto. Una fatalità? Una sventura che si sarebbe potuta evitare? "Da due giorni e due notti mi chiedo perché non ho fatto chiudere tutto e mandato via gli studenti, ma non potevo mai immaginare e poi, poi - lo ripeto - non c'è stato nessuno che ci aveva messo in allarme", spiega ancora Luca D'Innocenzo mentre ricorda uno per uno i suoi ragazzi morti.

La casa dello studente è uno scandalo dell'Abruzzo terremotato per quello è accaduto prima e per quello che sta accadendo dopo.

Prima, per i "controlli" che non ci sono stati. Dopo, per quel palazzo che ora nessuno riconosce come suo. "E' di proprietà della Regione", assicura il presidente della casa dello studente. "E' dell'Asdu", ribatte l'assessore regionale ai Lavori Pubblici Angelo Di Paolo. E precisa ancora l'assessore: "Mi sono appena informato con il dirigente generale del demanio, è sicuro al cento per cento: la casa dello studente non è della Regione ma di quell'ente".

Nessuno vuole le macerie con i suoi morti.

In verità, anche se non lo sa, è la Regione Abruzzo che da quindici anni è la sola proprietaria del palazzo che è diventato una tomba. La legge è la numero 91 del 6 dicembre 1994, quella che scioglie le Opere universitarie e trasferisce le competenze alla Regione. All'articolo 16 c'è scritto tutto: "alle aziende che gestiscono le case dello studente in Abruzzo è concesso l'uso gratuito dei beni immobili di proprietà della Regione". E' uno dei tanti paradossi di questo terremoto, ancora tanto da svelarsi per i danni che ha provocato. Così smisurati, così facilmente.

E' però tutta la storia del palazzo che non c'è più e di quegli altri che aveva attorno a custodire dentro di sè il mistero dei crolli totali, di quei cinque o sei edifici che si sono sfarinati in uno spazio di ottocento metri, che sono caduti come birilli. In quella via XX Settembre, in via Iacobucci, all'angolo fra via Rossi e via Sant'Andrea, giù a Villa Poggio. Una linea, la direttrice della morte. Il terremoto ha ucciso lì, nella città dell'Aquila.

Sono tutti "a norma" quei palazzi. Così rispondono in tanti: tecnici, ingegneri, funzionari del Comune."A norma", a norma di sparire in un attimo, di diventare detriti in un colpo.

Cinque o sei si sono frantumati, altri otto o nove hanno subito danni strutturali importanti. Lì, soltanto lì dove c'è anche la casa dello studente, il terremoto è stato assassino.

Zona lottizzata nei primi Anni Sessanta, destinata a edilizia residenziale, ha fatto la fortuna di molti palazzinari. Hanno costruito dappertutto su quella montagnetta. Il palazzo dove poi è finita nel 1980 la casa dello studente è stato ultimato nel 1965, usato come deposito di medicinali dagli Angelini - solo omonimi da quell'Enzo Angelini delle cliniche che un anno fa se l'è cantata sulle tangenti della Sanità e sull'ex governatore Ottaviano Del Turco - e poi sistemato per farci dormire i ragazzi. Chiuso dal 1998 per una ristrutturazione interna, nel settembre del 2001 ha riaperto. E' rimasto in piedi fino a quando è arrivata la notte fra domenica 5 e lunedì 6 aprile 2009.

"Io penso che tutta la tragedia sia probabilmente da ricercare in quella lontana lottizzazione", dice ancora il presidente della casa dello studente Luca D'Innocenzo. Parla di piloni che affondano a livelli diversi del terreno, di leggi antisismiche che al tempo dei lavori non c'erano, di segnali premonitori mai avvertiti. E ancora: "Quelli della Regione non si sono fatti sentire neanche due giorni dopo il terremoto e dopo tutti quei morti". L'unica ispezione che è agli atti - ma anche quelle relazioni sono scivolate tra le pietre - è stata eseguita dall'architetto Pietro Sebastiani, il capo dell'ufficio tecnico interno alla casa dello studente dell'Aquila.

Ammette lui, candidamente: "Ma io di queste cose non ne capisco niente, mi sono limitato a fare un giro per la struttura e mi è sembrato tutto a posto".
L'ufficio tecnico interno sovrintende in effetti alla "piccola manutenzione": il cambio di una lampadina, la riparazione dello scarico di un cesso, una parete da ridipingere. Dopo quelle quattrocento scosse non poteva essere l'architetto Pietro Sebastiani a scoprire un pericolo piccolo o grande nel palazzo. Dopo quelle quattrocento scosse, altri sarebbero dovuti entrare nella casa dello studente dell'Aquila e perlustrare una per una le cinquanta stanze.

Ma nessuno l'ha fatto. Nessuno. Poi è venuto giù tutto. E anche venti metri più avanti, anche cento metri più indietro. Ricordatevi questo indirizzo: citta dell'Aquila, via XX Settembre.

(9 aprile 2009)




Il padre di una delle vittime del terremoto abruzzese scrive a Guido Bertolaso, Sotto Segretario di Stato e capo della Protezione Civile: «Non voglio fare polemiche, ma mio figlio è stato ucciso come tutti gli altri dall'imprudenza delle istituzioni»

Lui è un operatore del 118, suo figlio, Nicola Bianchi, aveva 22 anni faceva lo studente, ed è morto nel crollo della palazzina in via Gabriele D'Annunzio 11 distrutta dal terremoto. Sergio Bianchi, padre di Nicola, di Monte San Giovanni Campano, ha scritto una lettere aperta al capo della Protezione civile Guido Bertolaso, per capire perchè, nonostante nella zona si registrassero scosse sismiche fin da gennaio, nessuno abbia preso provvedimenti, a partire dalla chiusura dell'università «una settimana prima come hanno fatto le scuole ritenendo la situazione pericolosa».

«Non voglio fare polemiche» scrive Bianchi, «ma sono addolorato e non bisogna dimenticare che in questa tragedia ci siamo anche noi: abbiamo perduto i nostri figli perchè nessuno ci ha avvertiti del pericolo. Il mio ragazzo, insieme ad altre giovani vite ciociare spezzate, era all'Aquila per costruirsi un futuro. Ho visto i muri del palazzo-tomba di Nicola con alcuni lesioni. Ho chiesto spiegazioni a tutti, dal proprietario ai vicini e mi hanno risposto di stare tranquillo, che la situazione era sotto controllo. I nostri ragazzi che vivevano al civico 11 di via Gabriele D'Annunzio e gli altri che alloggiavano nelle palazzine vicine erano tranquilli, perchè noi genitori gli avevamo trasmesso la serenità. Nicola, caro vice ministro Bertolaso, è stato ucciso come tutti gli altri dall'imprudenza delle istituzioni».


da corriere.it - 13 aprile 2009 (ultima modifica: 14 aprile 2009)

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Se è vero ciò che leggiamo in questa lettera aperta, se è vero ciò che ci evidenzia con prontezza il Blogger "Il Grande Favollo" tra i commenti del precedente post, se è vero che l'informazione a riguardo è stata censurata o distorta, se è vero che questa immane tragedia poteva essere evitata in qualche modo, allora siamo messi proprio male!!

Siamo (per chi ci crede) solo in mano ai Santi!
... ma qualcuno prontamente mi dirà: ... guarda che anche la volontà dei santi viene distorta e plasmata secondo i diversi interessi del popolo!!

..... e allora dico che siamo alla frutta! "Non ci resta che Piangere" ... o armarsi di coraggio e partire per la Nuova Zelanda!! ... ho scelto un paese a caso! ... l'importante è scegliere un paese molto lontano dall'Abruzzo.

Abruzzo! Terra bistrattata, prosciugata, anninetata dall'incuria dell'ignoranza, dallo bramosità degli avidi! Terra venduta dalle nostre stesse istituzioni ai famelici petrolieri e sbandierata da quegli stessi volti senz'anima come la Regione più verde d'Europa!

Abruzzo! Amara e Amata Terra Mia!!

Riflettiamo sulle parole del papà di Nicola Bianchi: non sono state scritte da uno qualsiasi, ma da un uomo che dedica la propria vita per salvare quella degli altri. Ma le evidenti incapacità delle Istituzioni e la nostra muta e perseverante cecità davanti a queste palesi mancanze hanno prodotto tutto il resto.




venerdì 10 aprile 2009




LE VITTIME DEL SISMA SALGONO A 289


Paura e dolore. L'Aquila ha affrontato così la quarta notte dal terremoto che ha fatto 289 vittime (una delle quali ancora da identificare) nel giorno dei funerali di Stato. Ma le macerie continuano a restituire cadaveri: in via Roma, nel centro de L'Aquila, i Vigili del fuoco hanno infatti individuato altri due corpi, a quanto sembra due vittime della scossa di assestamento di giovedì. Si tratterebbe di una donna di 53 anni e di sua figlia di 18 anni. La scomparsa delle due sarebbe stata segnalata soltanto giovedì sera e dunque si è iniziato a scavare soltanto in nottata. Il decesso, secondo la Guardia di Finanza, è seguito alla forte scossa registrata giovedì alle 21.38. Le vittime erano entrate in casa per recuperare dei vestiti contravvenendo alle indicazioni della Protezione civile.

Alle 21.38 di giovedì sera, come detto, la terra ha tremato di nuovo, facendo impennare i sismografi con una potenza di 4.9 gradi della scala Richter. Un altro palazzo è crollato nel centro dell'Aquila. Un'altra scossa è stata avvertita poco prima delle 5:30 (magnitudo 3.7). E sempre nell'ambito dello sciame sismico in corso in provincia dell'Aquila, una nuova replica è stata avvertita dalla popolazione alle 8,41 (magnitudo 3.0). Le località prossime all'epicentro sono Campotosto, Capitignano, Montereale.

mercoledì 8 aprile 2009




Il terremoto fa ancora paura in Abruzzo!


Si aggrava il bilancio del violento sisma che lunedì scorso ha colpito L'Aquila e i comuni limitrofi. Alle ore 20.19 i morti accertati sono 272, di cui sedici bambini, ma si rivela che all'inizio si pensava ad un numero intorno alle 1000 unità! I feriti sono 1.179, secondo le cifre fornite dal ministero per i Rapporti con il Parlamento; incerto il numero dei dispersi, 11 secondo il ministero, 20-30 secondo il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco. Tre le salme non ancora identificate.


Sono al lavoro 8.500 persone, organizzate in cinque centri operativi. A breve, sarà aggiunto un sesto per operare anche fuori dalla zona di 600 km quadrati dove finora si sono concentrate le operazioni. La scossa di martedì sera ha prodotto infatti ulteriori danni. 2.962 tende hanno accolto 17.772 persone. Le tendopoli sono 31, le cucine da campo 24 e gli ambulatori operativi 14.
Il problema più grande sono i 28mila senza casa.

C'è stata una straordinaria gara di generosità ma si rischia anzi di essere congestionati dall'arrivo di merce. La richiesta è di trasformare le offerte in soldi, magari vendendo i beni che si intendeva inviare.

Ecco il numero di conto corrente postale aperto dalla regione Abruzzo: numero 10400000, causale "pro terremotati".


martedì 7 aprile 2009




Terremoto in Abruzzo!

Il bilancio si aggrava ulteriormente di ora in ora. Sono 211 i morti accertati nel terremoto che ha devastato l'Abruzzo la notte tra domenica e lunedì. Almeno 17 delle vittime non sono state ancora identificate. I dispersi sono 11 e circa 1.000 i feriti, di cui 100 gravi. Gli sfollati sono complessivamente 17.000, di cui 10.000 a L'Aquila e 7.120 nella provincia.
(ore 17.08)



E la terra non sembra dare requie a vittime e soccorritori: una nuova forte scossa di terremoto di magnitudo 4.4 della scala di Richter è stata registrata intorno alle 11.28 a L'Aquila. Dagli edifici già lesionati si sono staccati calcinacci provocando ulteriore panico nella popolazione. Molti si sono allontanati dalle vicinanze dei palazzi velocemente temendo crolli che potessero investirli. La scossa è stata sentita anche a Roma.
E proprio quest'ultima scossa avrebbe provocato il crollo di due edifici a Pettino, nei pressi della scuola della Guardia di finanza che è la sede del centro di coordinamento soccorsi per l’emergenza terremoto. Da quanto riferiscono fonti dei vigili del fuoco non risulta che vi fossero persone nelle due palazzine crollate.

Per gli uomini dei soccorsi, è ancora una volta una corsa contro il tempo: con il passare delle ore si affievolisce infatti la speranza di trovare qualcuno ancora in vita sotto le macerie. Fino ad ora oltre 150 persone sono state estratte vive dalle macerie. Così si è scavato per tutta la notte sia all'Aquila che nei comuni limitrofi; operazioni mai interrotte nonostante le decine di scosse che si sono succedute nel corso della notte, la più violenta della quali alle 1.15 con una magnitudo di 4.8 della scala Richter.

All'Aquila, alle 2, dopo 23 ore dal sisma è stata tirata fuori viva dalle macerie Marta, una studentessa di 24 anni della provincia di Teramo. La giovane, estratta dagli speleologi del soccorso alpino deve la propria vita a un colpo di fortuna: era a letto quando il palazzo di quattro piani dove viveva si è sbriciolato e le travi di cemento armato che sono cadute le si sono fermate a pochi centimetri dal corpo.

Il sindaco de L'Aquila, Massimo Cialente, dopo un sopralluogo tra le rovine della Casa dello Studente, in via XX Settembre, ha detto che sotto le macerie potrebbero ancora esserci cinque persone. Intanto stato trovato morto lo studente greco - di cui si conosce solo il nome, Vassili - che risultava disperso da lunedì. Lo hanno annunciato le autorità greche, citate dai media ellenici. Altri tre studenti greci (tra cui la sorella di Vassili) sono rimasti feriti leggermente, uno dei quali estratto dalle macerie dai soccorritori da ciò che restava della casa.

lunedì 6 aprile 2009




Terremoto in Abruzzo!

Oltre 150 morti. I feriti sono 1.500, 100 mila gli sfollati. Il sisma di 5,8 gradi Richter avvertito alle 3,32 in tutto il Centro Italia. 10-15 mila edifici crollati o danneggiati. Colpita in particolare L'Aquila. Onna, un paese cancellato dalle mappe!



Sono più di cento i morti e un centinaio i dispersi causati dal terremoto che nella notte ha colpito l'Abruzzo. È l'ultimo aggiornamento (lunedì 7 Aprile 2009 ore 19.30) del bilancio diffuso dalla Protezione civile, che in un crescendo durato tutta la giornata ha dovuto via via aggiornare quello che assomiglia sempre di più a un bollettino di guerra. Le prime notizie, all'alba, parlavano di una quindicina di vittime. Ma è stato subito chiaro che il numero sarebbe stato destinato a crescere con il passare delle ore e con la rimozione delle macerie sotto cui sono rimaste sepolte centinaia di persone sorprese nel sonno. La scossa principale si è registrata attorno alle 3,30 e ha fatto registrare 5,8 gradi della scala Richter. L'epicentro è stato individuato a una decina di chilometri dall'Aquila, nei pressi di Paganica. Il sisma è stato avvertito in tutto il centro-sud d'Italia, dalla Romagna a Napoli. Oltre ai morti e ai dispersi, i feriti sono circa 1.500 e si calcola che siano almeno 100 mila gli sfollati, costretti ad allontanarsi dalle proprie abitazioni. Una prima stima parla di 10-15 mila edifici danneggiati con pesanti danni al patrimonio storico e artistico della regione. Nessuna stima però per le possibili vittime tra immigrati regolari e irregolari.

Dichiarato lo stato d'emergenza (mobilitando esercito, aeronautica e carabinieri) e ha affidato la gestione a Guido Bertolaso. Il Primo Ministro Berlusconi (?) ha annullato la prevista visita ufficiale a Mosca e si è subito recato all'Aquila insieme ai ministri dell'Interno, Roberto Maroni, e delle Infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli. Il capo della Protezione civile, che è giunto in Abruzzo nelle prime ore dopo il sisma, ha parlato di una «situazione drammatica, la peggiore tragedia di questo inizio millenio».

Sia il Papa, Benedetto XVI, sia il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, hanno inviato messaggi di solidarietà alle popolazioni colpite dal terremoto. E lo stesso hanno fatto i capi di Stato e di governo delle altre nazioni. La notizia ha immediatamente fatto il giro del mondo ed è stata riportata in apertura da tutti i principali siti di informazione internazionali. Velocissimi anche i messaggi e le testimonianze giunti via web.

Dopo l'arrivo all'Aquila, Berlusconi ha tenuto una prima conferenza stampa per fare il punto sulla situazione. «In volo ho visto che dovunque c'è un crollo, c'è qualcuno che aiuta. Nessuno sarà lasciato solo», ha detto il presidente del Consiglio, annunciando tra l'altro l'immediato stanziamento di fondi per fare fronte all'emergenza.

Il terremoto è avvenuto alle 3,32 di lunedì notte alla profondita di 8,8 km. Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, ha dichiarato che l'Abruzzo, è situato in una delle zone a maggiore rischio sismico della penisola, ed è interessato da uno sciame di terremoti iniziato lo scorso 16 gennaio con centinaia di scosse e con la Protezione civile che da tre mesi tranquillizza la popolazione sui rischi di un sisma distruttivo. Il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, ha dichiarato che era impossibile prevedere il terremoto, ma già infuriano le polemiche per la messa in guardia della scorsa settimana su un'imminente scossa del ricercatore Giuliani, poi indagato (forse ingiustamente) per procurato allarme.

Centinaia gli edifici crollati completamente o in parte, migliaia quelli lesionati e inagibili. «Il centro storico di L'Aquila è devastato, e anche le case nuove ci vorrà tempo per controllare tutti gli edifici. Quasi tutta la città è inagibile», ha detto il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente. Gli sfollati potrebbero essere 45-50 mila solo all'Aquila, e altrettanti in provincia. I soccorsi sono resi difficili dalle continue scosse di assestamento che rischiano di far crollare gli edifici lesionati e dal fatto che la prefettura, dalla quale si dovevano coordinare i soccorsi, è interamente distrutta. Anche la sede della provincia e altri uffici regionali sono pesantemente danneggiati. Il coordinamento dei soccorsi è stato istituito presso la scuola della Guardia di finanza. Il sindaco ha invitato i cittadini «a lasciare immediatamente il centro storico, perché anche le case non crollate possono essere gravemente lesionate».

Anche dai paesi vicini all'Aquila arrivano notizie di vittime e danni ingenti. Una delle situazioni più drammatiche è a Onna, dove il 50% delle case è crollato e l'altro 50% è danneggiato. Il presidente della provincia dell'Aquila, Stefania Pezzopane, ha dichiarato che a Onna ci sono venti morti accertati e almeno 40 persone sotto le macerie. «Onna è un paese di anziani», ha detto Pezzopane. Se non arrivano i figli a dire chi è scomparso, magari nemmeno lo si viene a sapere». A Fossa ci sono 4 morti: un bambino russo di 3 anni e tre anziani. A Paganica è deceduta la badessa del convento di Santa Chiara ed è in allestimento un campo per 2 mila persone. A Villa S.Angelo si registrano otto vittime e nove dispersi. Diversi edifici lesionati anche a Sulmona e a Castel di Sangro, dove però non risultano feriti. Inagibile il tribunale di Avezzano. Secondo la Protezione civile, oltre a L’Aquila, i Comuni più colpiti dal sisma sono: San Demetrio, Pizzoli, Rocca di Mezzo, Paganica, Fossa, Villa Sant’Angelo (90% degli edifici crollati), San Gregorio, Poggio Picenza, Onna, San Pio, Barrile, Ocre, Rovere, Rocca di Cambio, Pianola, Poggio di Roio, Tempera, Camarda. Particolarmente colpito il patrimonio artistico e storico dell'Abruzzo.

Già alle prime luci dell'alba la situazione nel capoluogo si è presentata drammatica. A metà mattinata c'erano ancora cadaveri estratti dalle macerie e adagiati in terra coperti da un lenzuolo. Per le strade vagavano centinaia di persone in stato di choc, molte con coperte sulle spalle, altre ancora in pigiama. La Protezione civile ha diramato nel primo pomeriggio la lista dei luoghi dove i senzatetto possono recarsi: caserma Rossi, gli stadi Fattori e Acquasanta, al campo sportivo di Centicolella e in piazza d'Armi, dove si stanno allestendo le tendopoli. Ma le persone uscite in strada in quanto temevano crolli per le scosse di assestamento se fossero restate nei loro edifici lesionati, hanno nelle prime ore ostacolato la gestione organizzata dei soccorsi. La Protezione civile ha quindi invitato la popolazione a lasciare libere le strade per consentire ai soccorsi di operare al meglio. All'ospedale (rimasto senza acqua potabile e dichiarato inagibile al 90%) si sono effettuati i primi interventi in piena emergenza. Un ospedale da campo è in arrivo dalle Marche. I feriti più gravi sono stati trasferiti in elicottero in altri ospedali abruzzesi, a Rieti e a Roma. Maroni ha annunciato che sono in arrivo all'Aquila 1.500 vigili del fuoco, cento poliziotti e cento carabinieri da varie parti d'Italia.

Oltre a quelli del capoluogo, per gli sfollati sono in corso di allestimento altri campi tendati nelle frazioni vicine per un totale di circa 7 mila posti. Altri saranno realizzati non appena arriveranno all'Aquila le colonne mobili partite da varie regioni, della Protezione civile, dei Vigili del fuoco e dell'Esercito. Inoltre saranno attrezzati come ricoveri gli impianti sportivi al coperto. Sono 4 mila i posti letto in alberghi e campeggi messi a disposizione a Pescasseroli, nel Parco nazionale d'Abruzzo, più altri 4 mila sulla costa. Maroni ha assicurato che «gli sfollati saranno tutti sistemati in tempi rapidi». Il ministro dell'Interno ha poi spiegato che non ci sono problemi per i feriti: «I posti sono sufficienti, quelli gravi sono stati già evacuati». Matteoli ha reso noto che le Ferrovie hanno messo a disposizione carrozze con cuccette. Per le persone che saranno ospitate in strutture alberghiere sulla costa, saranno messi a disposizione autobus dei trasporti pubblici che partiranno dal terminal di Collemaggio. Dopo alcune ore, il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, ha detto che è rientrata l'esigenza per la donazione di sangue.

Secondo una prima stima della Protezione civile, gli edifici inagibili potrebbero essere 10-15 mila. Molti i palazzi interamente crollati: tra questi la Casa dello studente, uno in via Sant'Andrea (solo qui si temono 35 dispersi), due in via XX Settembre, l'hotel Duca degli Abruzzi. Una donna di circa 50 anni è stata estratta viva dalle macerie di un edificio di tre piani presso piazza della Repubblica. Un ragazzo è stato estratto vivo dalla Casa dello studente, ma un'altra decina è ancora sotto. Mancano all'appello uno studente greco (sua sorella è rimasta ferita) e uno israeliano, comunicano i rispettivi ministeri degli Esteri. In piazza Duomo sono crollate parti della facciata e dell'abside della chiesa di Santa Maria del Suffragio. A S. Gregorio una bimba di 2 anni è stata estratta viva, mentre la madre è morta facendole da scudo con il suo corpo.

Crolli di cornicioni e lesioni vengono segnalati anche in provincia di Pescara, ma non si evidenziano feriti. Una palazzina con gravi lesioni è stata evacuata a Sora, in provincia di Frosinone. Danni anche in alcuni centri della provincia di Rieti. Un ferito a Palena, in provincia di Chieti, dove un uomo si è lanciato per la paura dal terzo piano.

La rete della telefonia mobile e fissa nelle zone colpite dal terremoto è stata rimessa in funzione. L'80% delle 15 mila utenze di energia elettrica saltate è stata ripristinata già entro le 9. Le linee ferroviarie principali sono tutte operative, mentre sono in atto gli accertamenti sulle linee regionali. In corso verifiche sui tratti autostradali, alcuni dei quali sono stati chiusi. In corso lavori di riparazione sugli acquedotti nel Teramano e a Pescara. Chiuse le scuole: «Prima di riaprirle faremo molti accertamenti», ha detto il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini. Le carceri hanno invece «complessivamente tenuto», ha dichiarato il ministro della Giustizia, Angelino Alfano.

Oltre che da tutte le regioni italiane, offerte di aiuto sono arrivate da molti Paesi e dalla Commissione europea. «In questo momento possiamo dire che la macchina italiana è perfettamente in grado di far fronte alle esigenze», ha detto Agostino Miozzo, dirigente della Protezione civile. «Se nel corso delle operazioni dovessimo avere problemi, i nostri amici sarebbero pronti a intervenire». Ferdinando Nelli Feroci, rappresentante italiano presso l'Ue, ha dichiarato che Roma ha chiesto l'intervento del fondo europeo di solidarietà per le catastrofi naturali.

Sono arrivati anche i primi arresti per sciacallaggio all'Aquila. Lo ha riferito il capo della polizia, Antonio Manganelli. «Ho appena visto arrivare nella tendopoli adibita a questura degli arrestati che sono stati sorpresi mentre rubavano nelle case che erano state lasciate vuote».

(fonte corriere.it)

giovedì 2 aprile 2009







Perché molti hanno paura di raccontare le verità della cosa pubblica? Perché tanti non si indignano davanti alle sfrontate bugie di amministratori o imprenditori facoltosi? Come mai una buona parte dei cittadini ortonesi non trova il coraggio di denunciare soprusi, ingiustizie e quant'altro? Dov'é finito il senso civico e l'amore verso il benessere collettivo? Perché la stampa locale non ha il coraggio di entrare nelle notizie con nomi e cognomi?

La verità non può essere che una, confortata da contenuti, documenti, prove e testimonianze.

La nostra società sta cambiando profondamente e con essa si sono involuti gli ideali per i quali vivere e nei quali sopravvivere! Gli scandali non toccano più le coscenze, come si è insensibili alla conquista economica personale attraverso posti politici, attraverso abusi ed intermediazioni in atti pubblici, grazie a politiche clientelari che prevaricano sempre il bene pubblico! Oggi la politica non trova più la sua natura alta e nobile a servizio della gente ma ama ruotare intorno all'economia e agli imprenditori o professionisti che la animano. L'imprenditore e il professionista fanno gola al politico tanto più quanto riescono a veicolare
i propri dipendenti o clienti nelle campagne elettorali a favore proprio o di altri, e che a loro volta aspettano di vedersi restituire favori, commesse, e chissà che altro.

Per i cittadini tutto è nella norma pur di non mischiarsi in una lotta sociale che potrebbe ribaltare la situazione. Tutto è plausibile solo fino a quando non si toccano gli interessi personali. Tutto è accettabile fino a quando non ti calunniano o non ti sfruttano a dovere!

La paura della verità attanaglia tutti e fa solo il gioco di chi si sente potente, invulnerabile.

Molti si chiedono: ma le forze dell'ordine dormono? ....boh! Non sappiamo rispondere, ma è pur certo che determinate amicizie e comportamenti
ben precisi lasciano da pensare. ... lasciano molti dubbi!

Il nostro blog ha sempre cercato nella verità e nel coraggio la propria ragione d'essere, sempre e comunque nella libertà di pensiero e nel rispetto della dignità delle persone. Non ce ne vogliano amministratori pubblici o imprenditori a stretto contatto con i primi: la critica nei confronti del loro pubblico operato è d'obbligo nelle società di diritto, ed in quanto figure pubbliche con incarichi pubblici dovrebbero essere sempre pronti ad accettarla ed a confrontarsi con essa. Dovrebbero rispondere e partecipare sempre ai dibattiti pubblici, facendo sentire le loro motivazioni sostenute dai loro contenuti.

Tutto ciò è il sale della vita politica: ma ad Ortona quasi mai è così. In Italia non è così.

Le critiche pubbliche davanti agli occhi di chi si sente inattaccabile perchè sullo scranno del potere, nei loro animi si trasformano sempre in attacchi personali. E' deleterio pensare questo ma purtroppo è così. Il più delle volte questo porta a sottrarsi a tale processo pubblico con il conseguente distacco tra politica e cittadinanza attiva.

Con questo post vogliamo ribadire ciò in cui crediamo e ciò di cui non abbiamo timore.

La verità premia sempre; magari con il tempo, ma premia sempre tutti quelli che fanno di essa il proprio baluardo di vita.

Il video sopra o la notizia riportata qui sotto sono solo due esempi tangibili tra un'infinità d'informazioni sempre celate o confutate. Noi crediamo nella libertà di espressione tanto quanto nel rispetto delle persone. Per questo non abbiamo paura di riportare i fatti come stanno.

(da maurovanni.blogspot.com / ottobre 2007)
Ortona ha scelto di cambiare la propria economia grazie
innanzitutto al Sindaco (?) Nicola Fratino e agli 11 consiglieri che con una semplice alzata di mano, hanno scelto di smantellare 12 ettari di terreno agricolo consolidato a prodotto vitivinicolo DOC, per far posto ad un insediamento industriale lontano dalla zona indicata dal PRG in vigore! 11 consiglieri comunali, supportati da quasi tutti i loro partiti e da tutta la Giunta Comunale con in testa il primo cittadino che è anche il primo ad avere interessi economici di tutta l'operazione in quanto co-proprietario di imprese portuali facenti parte del consorzio CIA che gestirà la costruzione e la sorveglianza del Centro Oli e il conseguente trasporto-spedizione del greggio estratto dai nuovi pozzi ENI siti sul territorio comunale. Non ci stancheremo mai di ricordare i nomi di questi "signori" come i PRIMI RESPONSABILI di tutto ciò!

Ecco chi con sufficienza ha scelto questo per noi:

RICCARDO DI DEO IURISCI
/ AN - Alleanza Nazionale
TOMMASO SANTORELLI /
ex AN - Alleanza Nazionale
DOMENICO DE IURE / UDC - Unione Democratica Cristiana
ALFONSO PICCINNO / PSI - PartitoSocialista Italiano
PAOLO CIERI / CD - Centro Democratico
FELICE TALONE / FI - Forza Italia
ROCCO RANALLI / FI - Forza Italia
WALTER POLIDORO / IxC - Insieme per Cambiare
TOMMASO CIERI /
IxC - Insieme per Cambiare
REMO DI MARTINO /
IxC - Insieme per Cambiare
ILARIO COCCIOLA / ex SDI - Socialisti Democratici Italiani

PER DIRITTO DI CRONACA:

NICOLA FRATINO / FI - non era presente al momento del VOTO e non ha votato. Se avesse voluto poteva farlo, e poteva votare solo NO alla variante urbanistica a favore dell'insediamento petrolchimico industriale dell'ENI, in quanto aveva interessi privati con l'ENI.

ROBERTO DI CAMPLI / AN - non era presente al momento del VOTO e non ha votato. Se avesse voluto poteva farlo, e poteva votare solo NO alla variante urbanistica a favore dell'insediamento petrolchimico industriale dell'ENI, in quanto aveva interessi privati con l'ENI (ha venduto le sue terre all'ENI).

TOMMASO COLETTI / MARGHERITA - non era presente al momento del VOTO
FRANCO MUSA / MARGHERITA - si è astenuto al VOTO

GLI ALTRI RESPONSABILI FACENTI PARTE DELLA GIUNTA: ASSESSORI CHE HANNO APPOGGIATO LA SCELTA DELL'AMMINISTRAZIONE:

LEO CASTIGLIONE
/ IxC
GIULIO NAPOLEONE / FI
MASSIMO PAOLUCCI / FI
GIUSEPPE GRANATA / CD
MARIO PAOLUCCI / nPSI
CARLO BORROMEO / UDC

PER TUTTO CIO' CHE SUCCEDERA' SAPRETE A CHI RIVOLGERVI!

NO AL CENTRO OLI ENI - NO AI POZZI DI PETROLIO

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da maurovanni.blogspot.com / 2007

Cos'è il rigassificatore

In Rigassificatore è un impianto che permette di riportare lo stato fisico di un fluido dallo stato liquido a quello gassoso.Solitamente il gas viene trasformato in liquido per poter essere trasportato in cisterne o navi cisterna e ritrasformato nello stato aeriforme per poter essere immesso nelle condutture della rete di distribuzione.
Questo comporta la costruzione di immensi serbatoi di stoccaggio raffreddati ed ad alta pressione.

Che sostanza tratta il rigassificatore?

Il rigassificatore tratta il GNL o LNG ( Gas Naturale Liquefatto ).
Il Gas naturale liquefatto si ottiene sottoponendo il gas naturale (GN), dopo opportuni trattamenti di depurazione e disidratazione, a successive fasi di raffreddamento e condensazione. Il prodotto che ne deriva si presenta come un liquido inodore e trasparente costituito da una miscela composta prevalentemente da metano e quantità minori di etano, propano, butano ed azoto, avente una temperatura di ebollizione di circa -160°C a pressione atmosferica.
La tecnologia della liquefazione, che permette di ridurre il volume specifico del gas di 600 volte in condizioni standard, consente a costi competitivi lo stoccaggio ed il trasporto di notevoli quantità di energia in spazi considerevolmente ridotti. Il trasporto del GNL a grande distanza dal luogo di produzione avviene via mare per mezzo di navi metaniere.
La composizione e le caratteristiche del GNL variano a seconda del luogo di provenienza e del processo di liquefazione.

Esplosività

Allo stato liquido, il GNL non è esplosivo. Per avvenire un esplosione, il GNL deve prima vaporizzare e miscelarsi con l' aria in proporzioni adeguate ( il range di esplosività varia dal 5% al 15% ) e successivamente essere "innescato".

Maggiori incidenti occorsi agli impianti di GNL

Riporto anche incidenti abbastanza vecchi per fare capire la pericolosità del gas, anche se ovviamente gli impianti moderni sono più sicuri, in caso di incidente, gli effetti sarebbero uguali.

- 20 Ottobre 1944, Cleveland Ohio : 128 persone morirono e 275 feriti a seguito di un esplosione di GNL. L' esplosione incenerì un miglio quadrato di periferia di Cleveland, 79 case , 2 fattorie e 217 auto distrutte. La quantità di GNL che causò tutto questo è pari a circa il 5% della capacità dei moderni impianti.

- Febbraio 1973 New York : Durante una riparazione all' interno di un serbatoio di GNL si sprigionò un incendio che distrusse il serbatoio. 37 operai morti

- 1979, Lusby, Mariland: una fuoriuscita di GNL da una valvola di sicurezza provocò la morte di un operaio e la distruzione di una costruzione vicina.

- 1988, Boston, USA : una fuga di 30.000 galloni di gnl causò una nube di gas che , a causa della mancanza di vento, stette per ore sopra la città, fortunatamente non venne innescata l' esplosione che avrebbe provocato una strage.

- 19 Gennaio 2004 Algeria : Esplosione di un impianto GNL, 27 morti, 80 feriti dovuto ad una perdita di idrocarburi che provocò l' esplosione di uno steam boiler.

- Luglio 2004, Brussel, Belgio : 15 morti , 120 feriti, molti gravemente ustionati. L' esplosione interesso' un area di 4 miglia.

GNL, potenza distruttiva

Ma quale sarebbe la potenza esplosiva di un impianto di GNL? non ho fatto personalmente questi calcoli, ma da fonti e documenti reperiti in rete e tutti abbastanza concordanti si evince questo:

Facendo un paragone abbastanza presente nelle menti di noi tutti, 20000 m³ di GNL hanno circa la stessa potenza esplosiva della bomba atomica sganciata su Hiroshima.
La capacità dell' impianto di rigassificazione dovrebbe essere di circa 450.000 m³, l' equivalente distruttivo di svariate Bombe di Hiroshima!

( indipendentemente dalla "approssimazione" e dalla bontà dei calcoli, la nostra vicinanza al luogo dove andrà costruito l' impianto, e la capacità di stoccaggio dello stesso rendono ininfluente la verifica del suddetto paragone con Hiroshima , è comunque una grandissima potenza distruttiva)

Altre notizie reperite in rete...

  • La città di Boston recentemente si è posta il problema delle navi gassiere che riforniscono il loro impianto di GNL.Il sindaco della città ha testualmente detto "Le industrie stanno giocando alla Roulette Russa con la sicurezza dei cittadini".
    Il comandante dei Vigili del Fuoco della città ha recentemente affermato che le vittime stimate da un ipotetico incidente di GNL sarebbero circa 10.000.
  • Nel Rapporto della Commissione Energetica della California del Luglio 2003 si afferma che "Il Consiglio Comunale di Oxnard (157.000 abitanti) ha commissionato uno studio che ha considerato i rischi per la sicurezza nel caso di peggiore incidente. I cittadini di Oxnard si sono opposti al progetto dopo che lo studio ha rivelato che ci sarebbero stati fino a 70.000 morti se un incidente di GNL fosse accaduto. Nessuno dei rischi considerati includeva atti di sabotaggio o terrorismo." Lo studio, basato sull'ipotesi di una collisione con una gasiera di GNL a dieci miglia dalla costa e la conseguente rottura di tutti e cinque i contenitori, afferma che la nube di gas si sprigionerebbe per un raggio di 30 miglia ( 55 chilometri) distruggendo tutto nel suo cammino.
  • Uno studio preparato per il Pentagono nel 1982 afferma che "È probabile che se il 9 % del carico di GNL di una nave cisterna fuoriuscisse sull'acqua. [...] Si trasformerebbe in una nube o un pennacchio e si disperderebbe lungo la superficie fino a incontrare una fonte di accensione. Tale nube potrebbe in dieci/venti minuti allungarsi sottovento almeno tre miglia. Alla fine potrebbe arrivare più lontano, dalle sei fino alle dodici miglia. [...] Come un palla di fuoco potrebbe bruciare qualsiasi cosa nel suo raggio, ed il suo calore radiante potrebbe causare ustioni di terzo grado e dar vita a incendi fino a uno/due miglia di distanza dalla nube. Una palla di fuoco di GNL diffondendosi in una città può causare un'enorme quantità di incendi ed esplosioni in una vasta area. Al momento o nel prossimo futuro non c'è modo di combattere un grande incendio di GNL."
  • Secondo lo studio preparato per il Pentagono nel 1982, l'energia contenuta in una gasiera con un serbatoio di 125000 metricubi sarebbe equivalente a 55 bombe di Hiroshima prive di radiazioni.
  • "Science and Environmental Policy Project" afferma che "L'esplosione di una gasiera di GNL è simile ad un'esplosione nucleare"
  • Nel Rapporto Sandia, Guida alla analisi dei rischi ed ai problemi di sicurezza conseguenti ad una grande fuoriuscita sull'acqua di GNL Gas Naturale Liquido, stampato nel dicembre 2004, si afferma che "...le dinamiche e le conseguenze di una fuoriuscita (di GNL, ndt) e i pericoli di un tale incidente non sono ancora completamente conosciuti.", "La mancanza di informazioni sperimentali su larga scala, costringe gli studiosi a porre molte ipotesi e semplificazioni.", "È impossibile tentare di colmare alcuni di questi 'vuoti' dovuti alle limitazioni sperimentali e di calcolo.", "È evidente che la mancanza di dati disponibili su larga scala riguardo a perdite (di gas) non permette di mettere a punto modelli previsionali affidabili.". Pur considerando le suddette limitazioni il rapporto afferma: "una gasiera di LNG danneggiata da un buco di 5 metriquadri ed una fuoriuscita della durata di 8 minuti causerebbero una nuvola di vapore infiammabile che si diffonderebbe e si estenderebbe per più di 2 miglia ", "...questo dovrebbe essere convalidato da una sperimentazione concreta e reale..."
  • Alcuni filmati del US Bureau of Mines del 1969 e del 1972 mostrano che il GNL, in caso di perdita, si diffonde senza alzarsi in scie che si allumgano velocemente, che il GNL può prendere fuoco spontaneamente e che il GNL può esplodere spontaneamente.
  • Gli impianti off-shore di GNL utilizzerebbero l'acqua del mare per riscaldare il gas naturale congelato. Alcuni progetti oggi proposti utilizzerebbero 600 milioni di litri d'acqua marina al giorno; l'acqua dopo aver ricevuto un'aggiunta di cloro sarebbe rigettata in mare più fredda di 16° F (9 °C). Uno studio dell'EPA ha dimostrato che un impianto di GNL nel mare dell'Alabama distruggerebbe il 25% di pesce, granchi e gamberi.
  • 1. se il GNL fuoriesce e si incendia, l'incendio non estingue fino a che tutto il GNL e' bruciato, la temperatura e' così alta che puo' causare ustioni anche a grandi distanze

    2. se il GNL fuoriesce ma non si incendia si forma una nuvola di gas che può raggiungere anche considerevoli distanze, se la nuvola incontra una scintilla potrebbe non esplodere ma bruciare causando notevoli danni

    3. se il GNL fuoriesce e incontra l'acqua cambiando rapidamente temperatura si potrebbe avere un'esplosione

    4. se il GNL fuoriesce e forma una nuvola che non prende fuoco, il gas può creare problemi respiratori

    dal Rapporto CRS per il congresso USA del gennaio 2003