giovedì 11 settembre 2008

A BOCCA CHIUSA!!



Il PDL viene fuori allo scoperto!

La peggiore delle filosofie politiche di estrema destra inizia a diventare protagonista in diverse situazioni sociali!

L'Italia rischia di perdere la sua credibilità mondiale e la sua libertà d'espressione!

Grazie alle ultime scelte del governo berlusconi cresce il malcontento popolare: ma in questi casi purtroppo notiamo che l'opposizione politica rimane pressocché statica o indifferente!

Non aggiungamo altro tranne alcune considerazioni flash:
l'ex governatore dell'Abruzzo del turco ha cercato di vendere la nostra terra ai petrolieri e le cliniche private dei suoi vecchi amici di merende a dei nuovi amici ; gli abruzzesi si ritrovano con 3 miliardi e 400 milioni di euro di debiti grazie a 30 anni di scelte politiche regionali errate; nuovi loschi individui si affacciano sul panorama delle mazzette più ghiotto d'italia alla luce delle prossime elezioni regionali!!!!

PRIMA DI VOTARE QUALCUNO PENSIAMO AL BENE DELL'ABRUZZO!

NON SOSTENIAMO CHI NELLE AMMINISTRAZIONI LOCALI HA MANGIATO E BEVUTO ALLA FACCIA DEGLI ELETTORI!!

E SOPRATTUTTO NON VOTIAMO CHI CI CUCE LA BOCCA E NON PERMETTE DI FISCHIARE PUBBLICAMENTE DELLE SCELTE POLITICHE!!

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dal sito web www.unita.it

Fischiano la Gelmini, la polizia chiede i documenti


Maria Stella Gelmini scuola ministro istruzione
Eccolo lo stile della nuova destra: è punito anche il dissenso. Così chi fischia un rappresentante del governo viene identificato dalla polizia. Il governo Berlusconi, il più a destra che l’Italia abbia mai avuto, mostra così in ogni occasione l’idea di società che vuole imporre. Stavolta tocca a Mariastella Gelmini, che per far approvare la sua “riforma Moratti” (non la chiamano così anche se è uguale), fa la spola per le scuole italiane a cercare di spiegarla. Il ministro dell’Istruzione era arrivata al liceo scientifico “Isacco Newton” di Roma per partecipare alla presentazione del libro del giornalista Giovanni Floris «la fabbrica degli ignoranti», ma alla fine Gelmini si è trovata a dover difendere le sue riforme in un’aula magna «ring» dove una decina di precari l'hanno contestata e «interrogata» sulle sue decisioni.

La mattinata era cominciata con l'inno d’Italia. Tutti in piedi, Gelmini compresa, (tra gli ospiti anche l'ex ministro Giuliano Amato e in sala c'erano la segretaria dell'Ugl Renata Polverini e Silvia Costa, assessore dell'Istruzione nel Lazio) per cantare le parole di Mameli. Poi il dibattito. Il ministro ha incassato applausi quando ha parlato di una scuola che «non è di destra né di sinistra» e quando ha espresso la necessità di fare «scelte coraggiose» e quando ha annunciato l’arrivo di una carta oro per sconti agli insegnanti. Ma i nervi sono saltati quando si è parlato di ritorno al maestro unico e piano programmatico per l'istruzione (vedi alla voce fondi e tagli).

«Non capisco perché dobbiamo pagare tre insegnanti quando tutto funziona anche con uno solo», è sbottata Gelmini alla folla rumorosa. Ed è partito qualche fischio. Al termine del suo primo intervento, qualcuno dei presenti la applaude fragorosamente, dopo che ha contestato l'opposizione a suo dire pregiudiziale del Pd ammonendo: «La scuola è di tutti, la campagna elettorale è finita». A quel punto, a sovrastare gli applausi arrivano soprattutto i fischi, qualcuno grida «Vergogna!», poi la cosa sembra finire lì. Ma con una prontezza d'intervento forse un po’ sorprendente, vista la modesta entità della contestazione, alcuni agenti in borghese si avvicinano ai contestatori, e dopo un timido tentativo di ridurli al silenzio o di convincerli ad allontanarsi, li identificano uno per uno chiedendo loro i documenti. Si tratta, in gran parte, di insegnanti precari di alcuni coordinamenti sorti in questo periodo per contrastare i provvedimenti di contrazione della spesa e di “taglio” di cattedre varati dal governo Berlusconi.

«Quanto avvenuto questa mattina in un liceo romano è inquietante - dice Pina Picierno, ministro “ombra” delle Politiche giovanili del Pd -. Ma in che Paese ci troviamo se ai fischi di qualche contestatore al ministro Gelmini si risponde con l'intervento delle forze di polizia? Pochi fischi e addirittura scatta l'identificazione, siamo all'assurdo».

«Si tratta di un gesto intimidatorio di cui chiediamo conto allo stesso ministro degli Interni. Di cosa si ha paura -chiede Picierno- di chi esprime idee diverse? Oggi dà noia chi fischia, domani magari chi scrive o chi la pensa diversamente. Un brutto spettacolo, indegno di un paese democratico. Come al solito -conclude l'esponente del Partito democratico- questo governo si dimostra forte con i deboli e debole con i forti. Comunque viste le misure del ministro Gelmini è bene che le questure si attrezzino perché in breve dovrà identificare tre quarti della popolazione italiana».

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