venerdì 29 maggio 2009

FALSE LIBERTA'



Non l’abbiamo mai fatto da due anni a questa parte!

Oggi vorremmo ringraziare di cuore tutti i nostri affezionati lettori, perché sono davvero tanti. Ringraziamo tutti quelli che puntualmente ogni giorno si collegano con il nostro Blog ma non possono farlo sapere in giro per motivi di ritorsioni lavorative. Ringraziamo tutti i dipendenti del Comune di Ortona che in silenzio e senza dare nell’occhio ci supportano affinché la nostra voce e le nostre verità restino indelebili nel mondo web e nelle pigre memorie degli ortonesi. Ringraziamo tutti gli altri blogger locali che piano piano hanno seguito il nostro esempio. E ringraziamo, infine, chi crede ancora nella giustizia e nella "libertà di parola"
senza aver paura di ostentarle dovunque e comunque!

LIBERTÀ”; e proprio di questa sfruttata parola oggi vogliamo discutere. Una parola spesso defraudata del suo vero significato. Una parola che in campo politico da anni è stata manipolata a piacimento venendo preso a simbolo proprio da chi la calpesta tutti i giorni!

La libertà indica l'essere libero, la condizione di chi non è prigioniero e non ha restrizioni, non è confinato o impedito. La libertà in senso più ampio è anche la facoltà dell'uomo di agire e di pensare in piena autonomia, è la condizione di chi può agire secondo le proprie scelte, in certi casi grazie ad un potere specifico riconosciutogli dalla legge.

La libertà e inoltre la qualità fondamentale e specifica dell'uomo, che lo costituisce come persona, e che consiste nel non essere assoggettato ad un ordine chiuso e precostituito, ma nell’avere una natura aperta, che, pur nei limiti derivanti dalla sua caratteristica di essere finito, gli consente di autoprogettarsi e ad autorealizzarsi in base alle scelte che compie; e, corrispondentemente, condizione esistenziale dell’uomo che, con un impegno morale e intellettuale, supera gli ostacoli che impediscono la messa in opera di tale sua qualità, e, al contempo, l’attua progressivamente e ne fruisce.

Diversi filosofi consideravano la libertà una delle facoltà che distinguono l'uomo dagli animali. Uno di questi era Cartesio che sosteneva che l'uomo, a differenza degli animali (che essendo fatti solo di res extensa sono come automi - agiscono meccanicamente - e quindi non sono liberi), è libero in quanto è formato, oltre che di res extensa, anche da res cogitans. Avendo quindi la facoltà di pensare, di ragionare, l'uomo è libero.

Molti altri filosofi new age e contemporanei, hanno analizzato il concetto di libertà e l'hanno posto come meta spirituale da raggiungere. Riuscire ad essere non dipendenti da niente implica un concetto estremo di "freedom". Se si analizza questa parola "freedom" e la si scompone la si può interpretare come luogo di avvicinamento alla tanto bramata (cosa ancora più peculiare è che "freedom" è il contrario di feardom - vecchia parola inglese - da qui scaturisce che la libertà si può possedere solo se non si ha paura).

La libertà di parola è oggi, nel mondo moderno, considerata un concetto basilare nelle democrazie liberali. Il diritto alla libertà di parola non è tuttavia da considerarsi illimitato: i governi possono, sotto l'aiuto delle Nazioni Unite e dei Paesi che vi prendono parte, decidere di limitare particolari forme di espressione, come per esempio l'incitamento all'odio razziale, nazionale o religioso, oppure l'appello alla violenza contro un individuo o una comunità, che anche nel diritto italiano costituiscono reato.

Secondo il diritto internazionale, le limitazioni alla libertà di parola devono seguire tre condizioni: devono essere specificate dalla legge, devono seguire un ordine riconosciuto come legittimo, ed essere necessarie (ovvero proporzionate) al raggiungimento di quello scopo.

L'origine del concetto e della pratica della libertà di parola risale all'antica Grecia, in particolare nelle polis con regime democratico, dove veniva chiamata col termine parresia, la facoltà che i cittadini avevano di esprimere la loro opinione liberamente durante le assemblee pubbliche che si svolgevano nell'agorà. Il termine compare per la prima volta nel tragediografo greco Euripide nel V secolo a.C. e ricorre in tutto il mondo letterario greco fin nei testi patristici del V secolo d.C., e per l'ultima volta in Giovanni Crisostomo.

Gli antichi greci avevano stabilito che per dire la verità occorreva "dire tutto" ciò che si aveva in mente. La stessa etimologia della parola parresia è quello attribuito a pan (tutto) e rhema (ciò che viene detto). Nella parresia si supponeva che non ci fosse differenza tra ciò che uno pensava e ciò che diceva.

Il filosofo greco Platone distingue due forme di parresia: una parresia falsa, dall'altra una parresia veritiera, sapiente e costruttiva. Proprio da questo ultimo concetto nasce la nostra conclusione.

Oggi in politica c’è una libertà falsa e una libertà veritiera! Di bugiardi la politica ne è piena ma il cittadino sembra non accorgersene!

Ad Ortona, per esempio, alle prossime e imminenti elezioni provinciali tra i partiti che sposano la “libertà” come bandiera, ci sono persino degli inquisiti,
già amministratori pubblici, ricchi possidenti immobiliari che, a quel che si sente in giro, sono riusciti a creare la loro fortuna nel corso delle interminabili carriere politiche sempre e solo sulle spalle della comunità e quasi mai sulle loro qualità professionali.

Qualcuno, forse, dei quali la società potrebbe fare a meno! Eppure l’arrivismo sfrenato di questi personaggi attempati e claudicanti, sostenuti solo dalla cecità miseramente pagata dei loro finti amici, non conosce pausa! Vedremo se sarà per loro, l’ennesima sconfitta fuori le mura amiche (?).

La falsa libertà vive e si moltiplica nei luoghi di potere, nidifica nei cuori arsi degli uomini e si mostra senza vergogna e sotto i baffi e gli occhi di molti!!

Siamo ancora così stupidi? … le prossime consultazioni elettorali ce lo diranno!!

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