venerdì 31 agosto 2007

DIFFONDERE IL PROBLEMA CON CORRETTEZZA


Mi hanno posto una domanda: "non pensi che la protesta
mediatica contro l'insediamento petrolchimico dell'ENI ad
Ortona possa a lungo andare nuocere l'immagine e di
conseguenza l'indotto economico delle zone viti-vinicole
che almeno per il momento non sono toccate da vicino
dalla problematica? Non credi che la buona fede che ti
sprona ad impegnarti per la tutela dell'ambiente dove
sei nato possa invece trasformarsi in un "boomerang"
negativo che colpisce tutti, nessuno escluso?"
... e continuano: "forse qualcuno potrebbe chiedere i
danni a chi mette in giro allarmismi gonfiati ed esagerati!!!"
Rifletto ..., rifletto a quanto sia importante una corretta
informazione, ed ancor di più a quanto siano pericolosi i
giudizi espressi senza una base di conoscenza tecnico-scentifica
degli argomenti con i quali confrontarsi con chi in partenza
non ha le tue stesse idee! ... rifletto ancora a quanto sia
necessario diffondere notizie tecnicamente veritiere
con convinzione scientifica e umana nello stesso tempo,
e quanto una parola sbagliata, o pronunciata con troppa
sufficienza, possa indurre il tuo interlocutore a porsi da
subito distante dalla tua idea!! Concludo: è vero, il Centro
Oli ENI che spera d'insediarsi in 12 ettari di terreno
coltivati da millenni a vigneto e uliveto in contrada Feudo può
provocare danni irreparabili ai terreni e alle cantine
limitrofe! Per molti però la questione non ha senso perché
credono che ciò che io prevedo non accadrà mai, e per altri
meno lontani dai miei timori non ha senso parlarne in termini
di protesta e di conseguenza si trincerano dietro un silenzio-assenso
che non permette loro di prendere posizioni: sperano solo che gli
eventuali danni siano circoscritti solo alle zone adiacenti l'insediamento
petrolifero! Come dire, "brucia e puzza il vino della zona nord? ...
sono fatti loro, tanto noi siamo al sud! Incredibile ma vero!!!!
Inizia a diffondersi, grazie alla nostra (?) classe politica, una sorta di
localizzazione mirata della politica sociale, al di la della quale nessuno
cerca di interessarsi o di intervenire attivamente! Roba da "cultura zero"!
Poi, si è sparsa la voce "calunniosa" che la protesta viene portata avanti
solo da personaggi di Tollo e di Ortona Nord e solo perché interessati da
terreni di proprietà o da coinvolgimenti economici vicino alla Cantina Tollo,
che oltre ad essere la più importante cantina abruzzese nel mondo,
sfortunatamente è anche la cantina più vicina ai terreni destinati
all'insediamento ENI. Di conseguenza le altre cantine sociali locali, non
conoscendo incartamenti e dinamiche isediative industriali del colosso
petrolchimico, hanno pensato bene di rimanere neutrali nella questione!
Chi vi scrive ha visionato documenti ufficiali dell'ENI, incartamenti
politici-amministrativi, relazioni di servizio, leggi regionali e nazionali;
chi cerca di spiegarvi come stanno le cose ha ascoltato testimonianze,
ha chiesto pareri medico-scentifici, ha parlato con geologi ed ingegneri
idro-geologici, ha intervistato cittadini di Falconara e di Viggiano
e sopratutto ha visitato la Val D'Agri in Lucania. La situazione oggi è più
grave di quanto si possa immaginare, ma non per assurde visioni
catastrofiche, che poi saranno posibili nella misura in cui l'ENI deciderà
d'investire sulla sicurezza del Centro Oli, bensì per il progetto
d'insediamento petrolifero che la società italiana ha intenzione
di portare avanti nella regione Abruzzo e in special modo in tutta
la costa teatina a partire da Ortona e fino a San Salvo. Da documenti ENI,
si prevedono in poco tempo nuove diverse perforazione sul territorio
comunale di Ortona e precisamente a zona Morrecine e a zona Gagliarda:
come dire "iniziano a circondarci"! Come dire che gli ingegneri minerari
d'accordo con gli amministratori locali, pensano che sia possibile uno
sviluppo economico territoriale simbiotico tra vino e petrolio!!! Pensate che
stia dicendo sciocchezze? Provate a chiedere al sindaco (?) di Ortona e
vedrete ciò che vi risponderà o meglio ciò che non vi risponderà!!
Concludo chiedendo a mia volta a chi mi ha posto inizialmente le
questioni: "non pensa, caro amico, che inserire un'industria
petrolchimica tra le "capanne", possa essere la risoluzione peggiore ai
problemi dell'occupazione? Non pensa che da questo esempio-scempio
della politica non si possa trarre spunto per portare una protesta civile
e costruttiva a tutela del vino locale e di tutto l'indotto economico
viti-vinicolo d'Abruzzo? Certo niente allarmismi eccessivi: ma dopo che
si è saputo ufficialmente che in pochi anni perforeranno tutte le campagne
della costa teatina, quale potrebbe essere la forma corretta di protesta in
grado di tutelare il vino abruzzese? Credo fermamente che per un ortonese
DOC mettere la testa sotto terra sia una vigliaccata senza pari.... a meno
che non si voglia trovare il petrolio prima degli altri!!!!
HELP



1 commento:

ABRUZZONO-TRIV ha detto...

E ALLA NOSTRA SALUTE CHI CI PENSA?QUESTI IMPIANTI SONO PERICOLOSI E NESSUNA RASSICURAZIONE DELL'ENI PLACHERA' LA MIA RABBIA.
UN ORTONESE DOC