martedì 18 dicembre 2007
LA DIFFERENZA TRA MARCHE E ABRUZZO E' NEGLI UOMINI CHE LE AMMINISTRANO. ECCOVI UN ESEMPIO: IL CASO FOLIGNANO (AP)
Ecco un esempio lampante di corretta e saggia amministrazione pubblica: cioè di come si dovrebbe comportare un sindaco, un consiglio comunale ed il proprio presidente di fronte ad una questione delicata come il potenziale insediamento industriale di una centrale TurboGas a Folignano, in provincia di Ascoli Piceno, a pochi chilometri dal confine abruzzese. Regione, Provincia, Comune, Enti preposti e Associazioni Spontanee dei cittadini locali; Regione, Provincia, Enti preposti, Comuni e Associazioni Spontanee dei cittadini limitrofi abruzzesi! Tutti insieme e a priori della proposta per decidere e optare per la soluzione migliore che tuteli innanzitutto la salute dei cittadini.
Tutto ciò che non è successo ad Ortona (CH) per il previsto insediamento petrolchimico del Centro Oli ENI di Contrada Feudo! Tutto questo grazie agli uomini che ci governano, eletti inconsciamente da cittadini "conniventi" con i loro scranni di potere ed i loro metodi amministrativi.APPRENDIAMO LA LEZIONE FACENDONE TESORO PER L'AVVENIRE. MAI PIU' AMMINISTRATORI DEL GENERE PER ORTONA
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Turbogas- Le decisioni del Consiglio Comunale di Folignano
Il presidente del Consiglio comunale di Folignano, Daniele Ricciotti, a seguito della commissione consiliare del 26 novembre u.s. che aveva dato mandato al sottoscritto e al consigliere Luigi Sciamanna di redigere un documento unitario sul tema della centrale Turbogas prevista nella zona di marino del Tronto, rende noto quanto segue.
Il consiglio comunale del 30 novembre ha a lungo discusso sul tema posto all'ordine del giorno circa l'eventuale costruzione di una centrale turbogas nella zona industriale limitrofa all'abitato di Villa Pigna. Dal costruttivo confronto è emersa tutta la preoccupazione da parte dei gruppi consiliari sia di maggioranza che di opposizione i quali hanno convenuto sul metodo fin qui adottato nella gestione delle azioni che la presidenza del consiglio comunale ha intrapreso.
Si è inoltre dato atto che il "NO" alla centrale - così come è stata proposta nel progetto preliminare - non rappresenta una chiusura netta ed ideologica a qualsiasi progettazione, bensì rappresenta un segnale che mira ad ampliare la discussione sulle varie possibilità offerte dalle attuali conoscenze tecniche, aprendo a soluzioni alternative dal minor impatto ambientale e che non vadano inutilmente a stravolgere la vita dei cittadini per una sovrapproduzione di energia elettrica in favore del profitto di qualche industriale. Al consiglio comunale la presidenza Ricciotti ha sottoposto l'esame del documento unitario stilato con il consigliere Sciamanna Luigi nei giorni precedenti, evidenziando i punti salienti che lo caratterizzano. In primo luogo si esprime preoccupazione per la natura ed il dimensionamento del progetto, per i toni sommessi con cui è stato presentato, contrarietà all'approvazione dello stesso in quanto difforme dai criteri posti alla base del PEAR (Piano Energetico Ambientale Regionale) sul principio di ecoefficienza energetica e per le applicazioni di area industriale omogenea e per il criterio della produzione distribuita e non concentrata di energia (enunciati del punto 2 e 4 del documento di sintesi del PEAR). Sono emersi, inoltre dubbi circa la procedura di VIA e la incoerenza delle motivazioni sulla cogenerazione - secondo il preliminare la centrale dovrebbe produrre calore per la cartiera, ora chiusa, che insite nelle immediate vicinanze dell'impianto da realizzare -. Si è convenuto anche sulla esigenza che, prima di autorizzare determinati impianti, la Provincia approvi un proprio Piano Energetico dalle risultanze di uno studio approfondito e particolareggiato, sui luoghi di domanda e deficit di energia, e a prospettare e calibrare interventi ammissibili solo laddove si possa determinare l'enunciato principio di "ecoefficienza energetica". In tale processo sarebbe auspicabile il coinvolgimento effettivo e fondante di tutte le amministrazioni comunali, affinché lo strumento di programmazione stimoli le suddette amministrazioni comunali ad un maggiore impiego di fonti rinnovabili; continuare a favorire sostegni concreti e immediatamente accessibili alle realtà locali ed anche alle domestiche, compatibilmente e in aggiunta, eventualmente, al sistema di incentivazioni attivato dallo Stato centrale, oltre ad approfondire la ricerca della produzione di energia da fonte rinnovabili, mediante le professionalità che già operano nelle strutture pubbliche e private. Sarebbe un ulteriore contributo un maggiore coinvolgimento degli Istituti a partecipazione pubblica e del sistema universitario per individuare un numero discreto di interventi tra quelli più promettenti, sui quali puntare per stimolarne la ricerca ed ottenere ricadute positive anche nel breve periodo, con la priorità alla ricerca della produzione di energia da fonte rinnovabili, eolica, biomasse, biocarburanti e geotermia. Inoltre, il Consiglio ha preso atto che, a seguito della definitiva approvazione del piano regolatore generale, si sono create aspettative legittime ai proprietari delle aree divenute edificabili, con l'ulteriore considerazione che il Comune di Folignano ha da sempre garantito ai suoi oltre 9300 cittadini una buona qualità ambientale, preservando il territorio da interventi dal forte impatto.
Pertanto il documento unitario, votato all'unanimità dai consiglieri ha dato mandato agli organi comunali competenti, di produrre osservazioni sulla base dei rilievi evidenziati e specificatamente per:
I. adottare tutte le azioni amministrative e giudiziali per opporsi alla costruzione della centrale di cui in premessa e volte a tutelare i cittadini di Folignano dal deterioramento ambientale che l'impianto in oggetto dovesse determinare al proprio territorio dal relativo deprezzamento dei valori immobiliari, viste anche le aspettative determinate dall'approvazione del nuovo Piano Regolatore Generale
II. chiedere alla Provincia di Ascoli Piceno, di addivenire alla approvazione del PEAP, Piano Energetico Ambientale Provinciale, al fine di individuare le esigenze energetiche e sulla base di queste ammettere tipologie e localizzazione di impianti tali da ottimizzare ed equilibrare la produzione di energia in relazione alla reale esigenza del territorio e dei poli produttivi;
III. richiamare gli Enti Regione e Provincia al rispetto del concetto di equità e sussidiarietà che non scarichi esclusivamente sul territorio Piceno il peso di un deficit energetico che deve essere ripartito anche con la nuova Provincia di Fermo;
IV. non autorizzare impianti di produzione di energia che risultino difformi dai criteri del PEAR e da un coerente inquadramento territoriale con relativo equilibrio tra domanda ed offerta di energia;
V. avvalersi di tutte le iniziative ammesse dalla Legge Regionale n. 7/04, e valutare, anche attraverso lo strumento della "inchiesta pubblica" quali migliori condotte adottare. Inoltre, ed è notizia del 3 dicembre u.s., che la Regione Marche con apposito invio a mezzo fax, ha comunicato al comune di Folignano e agli altri enti locali anche del vicino Abruzzo che: "si è rilevata la necessità per il proponente di estendere il deposito del progetto ad alcuni Comuni dell'area limitrofa all'intervento che ricadono anche nel territorio abruzzese. [...] La società SEA Spa ha inoltre comunicato che provvederà a pubblicare l'avviso di deposito del progetto su un quotidiano a diffusione regionale e nel Bollettino della regione Marche presumibilmente il prossimo 6 dicembre 2007. Non appena verificato che il proponente avrà effettivamente provveduto alla pubblicazione dell'avviso, verrà data tempestiva comunicazione ai Comuni interessati affinché provvedano al loro necessario deposito ... e a tutte le forme di pubblicità che i comuni stessi riterranno di attuare."
Il Comune di Folignano vigilerà su quanto proposto dalla Regione Marche, promuovendo tutte le iniziative di pubblicità della progettazione preliminare e le eventuali ulteriori azioni a contrasto di impianti inutilmente sovradimensionati che andrebbero a minare, sotto molti aspetti la salute pubblica (inquinamento ambientale, acustico, modifiche del microclima locale ecc...).
Daniele Ricciotti
Presidente del consiglio comunale di Folignano
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La Stampa e la notizia
Una lunga discussione ha fatto emergere preoccupazione che non ha colore politico, per la centrale prevista nella zona di Marino del Tronto. «Il “no” non rappresenta una chiusura netta ed ideologica a qualsiasi progettazione», spiega Daniele Ricciotti, presidente del consiglio comunale. «Il "no" alla centrale - così come è stata proposta nel progetto preliminare - è un segnale che mira ad ampliare la discussione sulle varie possibilità offerte dalle attuali conoscenze tecniche, aprendo a soluzioni alternative dal minor impatto ambientale, e che non vadano inutilmente a stravolgere la vita dei cittadini per una sovrapproduzione di energia elettrica in favore del profitto di qualche industriale». La preoccupazione è volta verso la natura e la dimensione del progetto e per i toni sommessi con cui è stato presentato. Dubbi anche verso la procedura della V.I.A., la Valutazione di Impatto Ambientale, «i cui dati relativi alle emissioni nell'atmosfera, all'inquinamento acustico, all'alterazione del microclima per le temperature di emissione, ai residui e sottoprodotti solidi, al consumo di acqua, che detta centrale produrrebbe, e i cui dati sono o non stimati e quindi omessi, ovvero genericamente riportati con l'affermazione di rispetto dei limiti di legge», come si legge ne documento riassuntivo dell'ultimo consiglio comunale. Il Comune si aspetta anche che la Provincia, prima di autorizzare l'impianto, approvi un piano energetico che comprenda uno studio sulla effettiva domanda e l'effettivo deficit di energia, coinvolgendo tutte le amministrazioni comunali, come anche una partecipazione pubblica e del sistema universitario, dando priorità alla ricerca della produzione di energia da fonte rinnovabili, eolica, biomasse, biocarburanti e geotermia. E proprio il presidente del Consiglio comunale di Folignano, Daniele Ricciotti, ha convocato in via urgente per martedì 18 dicembre 2007 alle ore 15.00 presso la sala consiliare di Folignano una riunione con i sindaci del territorio ascolano e abruzzese in merito al problema Turbogas.
L'incontro ha lo scopo di «creare una sinergia comune» tra i vari Enti locali ed elaborare un percorso unitario «volto alla condivisione di uno staff tecnico in grado di elaborare le osservazioni al progetto preliminare sulla centrale di cogenerazione», di cui nelle settimane scorse, proprio grazie al contributo del Comune di Folignano, si è molto parlato. La nuova centrale Turbogas, infatti, che sorgerà sul territorio marchigiano si troverà esattamente al confine con l'Abruzzo e in questo modo qualsiasi tipo di ricaduta interesserà anche la nostra regione. Le osservazioni comuni permetteranno una valutazione più ampia del progetto, «e non potranno non chiarire le numerose lacune emerse nel progetto preliminare», considerando le ricadute ambientali e la qualità della vita che si otterrebbero da un impianto produttivo così come è stato concepito. «In tal senso», ha spiegato Ricciotti, «tutti i sindaci direttamente o indirettamente interessati possono partecipare, visto che l'incontro è aperto alle amministrazioni che hanno a cuore la salute dei propri cittadini nonché la tutela ambientale di un territorio cui pochi si interessano, se non per ragioni prettamente propagandistiche o strumentali». Settimio Ferranti dell'associazione "Dalla parte giusta", lamenta però la mancata condivisione di osservazioni con percorsi tecnico/politici, «in nome del bene comune», con le associazioni culturali dei cittadini, «come se la politica partecipativa, con l'orecchio teso, fosse un antico miraggio e per pochi».
Ma che cos'è una centrale TURBOGAS?
Una centrale a ciclo combinato con turbina a gas, detta anche centrale con turbina a gas e a vapore, coniuga in modo ideale i punti di forza di due processi termici: la generazione di corrente elettrica mediante una turbina a gas abbinata a una turbina a vapore. Per indicare questo tipo di centrale, in inglese viene comunemente impiegato l’acronimo CCGT (Combined Cycle Gas Turbine power plant). Una Centrale TurboGas CCGT, (ovvero centrale a ciclo combinato) è un tipo di centrale termoelettrica che produce energia elettrica utilizzando come materia prima il gas naturale.
Centrale termoelettrica: concetti generali
Una centrale termoelettrica e' un impianto all'interno del quale l'energia termica generata dalla combustione di una massa di combustibile (carbone, nafta, orimulsion o metano) viene trasformata, attraverso un ciclo termico, in energia meccanica la quale, attraverso l'alternatore, viene poi trasformata in energia elettrica.
Che ne pensano delle centrale TURBOGAS?
C.N.R. (Centro Nazionale Ricerche)
In Italia sono in fase di progettazione una decina di centrali termoelettriche a turbogas, cioè impianti a ciclo combinato alimentati a gas naturale (metano); ma dagli studi di Nicola Armaroli (ricercatore dell'Istituto per la Sintesi Organica e la Fotoreattività del CNR di
Bologna) e Claudio Po (medico presso l'Unità Operativa Rischio Ambientale dell'Asl del capoluogo emiliano) risulterebbero meno "puliti" di quanto ritenuto sinora. Utilizzando dati su impianti analoghi funzionanti in California è emerso che una centrale da 780 MW di potenza, che eroga 4670 GWh di energia, emetterebbe ogni anno, oltre ad anidride carbonica e ossidi di azoto (NOx) già preventivati, anche 290 t di particolato (PM 10, PM 2,5 e PM 0,1 - ovvero le "polveri" sospese in atmosfera, con diametro inferiore rispettivamente a 10-2,5-0,1 millesimi di mm), 9 t di ossidi di zolfo (SOx), 126 t di monossido di carbonio (CO), 205 t di metano e 42 t di altri composti organici volatili; sostanze che sarebbero sottostimate, se non del tutto trascurate, dai progettisti. Criticabile è anche una normativa che non impone controlli sul particolato secondario (non emesso direttamente ma che si forma poi in atmosfera) fine ed extrafine, cioè PM 2,5 e PM 0,1 particolarmente insidiosi per l'apparato respiratorio. Di parere opposto è Ivo Allegrini, direttore dell'Istituto Inquinamento Atmosferico del CNR di Roma: «Gli impianti turbogas non costituiscono assolutamente una minaccia per la salute pubblica, come dimostra lo scarso impatto ambientale di quello parmense». Tutti, comunque, concordano sul maggior rendimento e minor impatto ambientale rispetto alle centrali a carbone o a olio combustibile, che andrebbero convertite al turbogas.
Inquinamento a turbogas
Gianmarco Guazzo - lanuovaecologia.it
Mentre Marzano annuncia la carica delle nuove centrali, arrivano ancora conferme sulla loro dannosità per la salute. Dopo quello del Cnr un nuovo studio congiunto delle università di Trento e Padova, sull'impatto di un impianto a Montecchio Maggiore (Vc), ha sottolineato i rischi derivanti delle emissioni di polveri fini. Ancora conferme sulla dannosità per la salute delle centrali turbogas. Un nuovo studio congiunto delle università di Trento e Padova, presentato ufficialmente martedì scorso nella sede della Camera del Commercio di Vicenza, ha alimentato le preoccupazioni recentemente espresse da cittadini di tutta Italia in merito alla pericolosità delle emissioni di polveri fini e ultrafini da centrali termoelettriche a ciclo combinato. Lo studio, commissionato dalla stessa Camera di Commercio e redatto da Paolo Baggio (Università di Trento), Giovanni Antonio Longo e Andrea Gasparella (Università di Padova), riguarda i parametri di valutazione dell’impatto del progetto di centrale termoelettrica di Montecchio Maggiore (Vicenza), della potenza di 760 Megawatt, e prende in considerazione tre punti essenziali: le emissioni in atmosfera, il sistema termodinamico della centrale e le compensazioni ambientali. Per quanto riguarda il primo punto, si legge che la centrale, così come viene presentata dal progetto redatto da Euganea Energia, emette una quantità rilevante di ossidi di azoto, ossidi di carbonio e polveri. Una quantità talmente elevata da superare, secondo lo studio, quella emessa complessivamente dai 17 comuni del circondario. Le conclusioni relative al secondo punto indicano che il sistema termoelettrico è dotato di un “impianto non molto flessibile”, pur se fornito di turbine collaudate e quindi affidabili. Quanto alle compensazioni dell'impatto ambientale, infine, gli studiosi definiscono quelle che metterebbe in campo Euganea Energia “poco percorribili perché generiche e scarsamente documentate”. Questa ricerca va ad aggiungersi all’ormai noto studio di Nicola Armaroli e Claudio Po del Cnr, e rappresenta a livello nazionale un ulteriore, autorevole campanello d’allarme sulla pericolosità delle centrali turbogas per la salute umana e l’ambiente. Dice Stefano Fracasso, assessore all’Ambiente e all’Ecologia del comune di Arzignano (Vicenza): “E’ una relazione documentata, seria, che ha preso in considerazione emissioni e polveri, ma che soprattutto ci conforta rispetto alle posizioni che abbiamo assunto nelle varie sedi”. Sì, perché sono circa due anni che le amministrazioni comunali della zona, l’amministrazione provinciale di Vicenza, i comitati “anticentrale” e i cittadini protestano contro l’installazione di questo impianto sul loro territorio. Un po’ come sta succedendo a Termoli, in Molise, dove gli stessi soggetti lottano da più di due anni contro la costruzione di una centrale turbogas nella zona (della stessa potenza di quella di Montecchio Maggiore), e dove ha avuto luogo, il 17 gennaio scorso, una grande manifestazione pubblica di protesta. A questo punto è lecito affermare che la rete della mobilitazione popolare contro la soluzione delle centrali a ciclo combinato si va estendendo in tutta Italia, tanto da coinvolgere anche chi con le turbogas c’entra poco, come Scanzano Jonico, che ha incluso recentemente Termoli tra i luoghi da difendere e con cui essere solidali nella protesta. In nome della difesa della salute pubblica e dell’ambiente.
Centrali a turbogas dannose
a cura del CNR
Un nuovo studio dell’Istituto per la sintesi organica e la fotoreattività del Cnr di Bologna mette in guardia sui danni per l’ambiente e la salute derivanti dall’apertura di nuove centrali a turbogas Le nuove centrali a turbogas per la produzione di energia sono altamente inquinanti e pericolose per la salute dell’uomo. È quanto emerge da un nuovo studio dell’Istituto per la sintesi organica e la fotoreattività del Cnr di Bologna pubblicato sul numero di novembre de La chimica e l’industria, organo ufficiale della Società chimica italiana. “Una centrale a ciclo combinato a gas naturale (turbogas) da 800 Mw”, spiega Nicola Armaroli, autore della ricerca, “brucia un miliardo di metri cubi di gas all’anno e produce parecchie centinaia di tonnellate di polveri fini e ultrafini, le più pericolose per la nostra salute.
Nonostante questo, in nessuno delle decine di progetti per nuove centrali elettriche che utilizzano questa tecnologia, inclusi quelli già autorizzati dal ministero dell’Ambiente, si fa menzione della produzione di questi pericolosi inquinanti”. L’apertura di nuove centrali a turbogas andrebbe ad aggravare una situazione già critica sul piano ambientale soprattutto nella Pianura Padana che, per le polveri fini ed ultrafini, è una delle zone più inquinate d’Europa. La legge è inadeguata e non protegge la salute pubblica. Infatti per ottenere l’autorizzazione per nuove centrali si richiede la stima della produzione di particolato ultragrossolano emesso direttamente dai camini (primario). Questo approccio è idoneo a stimare le polveri da impianti a olio combustibile o carbone, ma si rivela inutile per valutare l’inquinamento da polveri di centrali a gas che producono particolato di piccola taglia. “La lacuna nei progetti italiani”, sottolinea Armaroli del Cnr, “è molto grave perché è dimostrato che è proprio il particolato di taglia minuta a danneggiare maggiormente la salute: più le particelle sono piccole, più penetrano lungo le vie respiratorie”. Secondo Armaroli, quindi, “La costruzione di nuovi impianti a turbogas non può essere disgiunta da severe misure compensative per non peggiorare la qualità dell’aria delle zone interessate, come previsto, per esempio, dalla legislazione della California, una delle più avanzate in materia”.
Nicola Armaroli
Istituto per la Sintesi Organica e la Fotoreattività
Phone: +39 051/6399820Photo: +39 333/2443817
E-mail: armaroli@isof.cnr.it
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9 commenti:
leggere questo post mi fa ancora più male...volevo scriveree anche io un post sull'argomento , perchè ci fa capire che amministrazione di m... abbiamo in abruzzo e del perchè la nostra economia stagna..siamo mal amministrati....
W la zona di marino del tronto la conosco benissimo , è una zona industriale dove non ci sono paesaggi da tutelare , ma solo la salute dei cittadini da difendere , che tra parentesi non abitano li attaccati!!!
LI I PRIMI CONTRO QUEST'IMPIANTO SONO GLI AMMINISTRATORI...MENTRE DA NOI SONO I PRIMI CHE CI MANG...
ORA CAPISCO PERCHE' I MARCHIGIANI DICONO " DOPO IL TRONTO TERZO MONDO!" ....DOPOTUTTO CI STANNO AVANTI ALMENO VENT'ANNI E LA DIFFERENZA ECONOMICA , DATA DA SCELTE COMPIUTE IN PASSATO COME OGGI , E' LAMPANTE!!!
TI PREGO DI INVIARE IL TUO BLOG A DEL TURCO , D'ALFONSO, COLETTI T. , FEBBO , DI STEFANO ,D'ALESSANDRO....
NON FACCIAMOCI FREGARE PER L'ENNESIMA VOLTA ABRUZZESI SVIJETEV!!!
Mauro credo sia il caso di rimarcare e di ricordare i ''NOMI DEI RESPONSABILI'' i quali hanno deciso con sufficienza per il nostro futuro,in maniera tale che sia sempre evidente di quali ''scenziati'' si tratti e nella peggiore delle ipotesi futura,quali ''campanelli'' suonare!.
"Dopo quanto letto sul suo conto,sono giunto alla conclusione che lei Sign. Folignano non esiste!"
Prima di parlare di Terzo Mondo e di gettarci fango addosso gratuitamente vorrei ricordare che è L'ABRUZZO LA REGIONE VERDE D'EUROPA E NON LE MARCHE...CHE INVECE FALCONARA E' NELLE MARCHE...
Non generalizziamo che diventiamo banali...
Sul Messaggero di oggi c'è la notizia della futura istituzione del parco dunale tra stazione di Tollo e foce fiume Arielli...ma come?!?!?!Parco dunale per la salvaguardia di specie fortemente specializzate come l'uccello Fratino(non è una battuta,sembra ma non lo è)...e sulle colline retrostanti il parco ci mettiamo RAFFINERIA?Mah!!
A fianco del Parco Dunale un bel troncone di strada a ridosso della battigia, per implementare il traffico con i paesi dell'est EU, più largo della SS16-la Postilli Riccio-. Come Coordinamento per la Tutela della Costa Teatina avevamo consigliato un nome più appropriato:Il Deserto delle Dune, anche se quest'ultime vengono sempre più livellate dai trogloditi in fuori strada e moto, quindi: DESERTO.
Per far rientrare Ripari Di Giobbe e l'Acquabella nel sistema di riserve poi, abbiamo dovuto aspettare che si dimettessero, i signori non si degnavano a partecipare ai tavoli di concertazione della regione e della provincia, latitavano.
Ne vedremo delle belle con il nuovo Piano Regolatore, un parco delle dune tra centro oli e raccordi infrastrutturali, figuriamoci cosa ci faranno a ridosso delle riserve.
Mentre si sta con fatica costruendo l'APE appennino parco d'EU, che collegherà il nord con il sud iItalia in un sistema di arree protette con relative connessioni ecologiche per garantire la sopravvivenza dei parchi istituiti- se restassero delle oasi,come sta accadendo, circondate da cemento e industrie la loro sopravvivenza è a rischio,poichè diventerebbero delle isole sterili- Ortona sta facendo il suo conto della serva.
Viviamo in un era dove sempre più si ricercano filiere alimentari con determinate garanzie con i relativi prodotti artigianali, turismo fatto di luoghi, di tradizioni e salubrità, viviamo in un era dove le industrie si spostano nei paesi in cui le condizioni dei lavoratori sono subumane e le tutele ambientali minime, e cosa ci tocca vedere?l'Abruzzo regione verde d'EU, stranamente in vantaggio cosa fa? inventa una nuova realtà, teletrasportandoci in pieni anni '50 dove cemento e petrolio sono il "nuovo" deus ex machina.
Troppo ignoranti per accogliere quelle realtà a impatto zero che vivono sulla innovazione tecnologica e che hanno bisogno di luoghi che fungano da valore aggiunto, o troppo presi a far lavorare i loro entourage di falliti, che più che organizzare delle conferenze a riguardo-lo fanno da anni- spendendo i nostri soldi, invitando altre nullità imprenditoriali abruzzesi-sempre le stesse- che si spartiscono le già esigue risorse, non riescono a fare.
La differenza tra Marche e Abruzzo, siamo anche noi, troppo abituati a fare i sudditi, forse anche troppo buoni e ingenui.
Speriamo di voltare pagina, e che Ortona riprenda a vivere dopo 50 anni di amministratori inadeguati e di ruba galline.
caro ricardo .....nelle marche la raffineria l'hanno permessa nel 1950, e ad ambiente totalemnte compromesso e non ripristinabile per almeno 50 anni , che senso avrebbe toglierla ora , visto che tra 20 anni il petrolio sarà finito?Nel 2007 le marche dicono No alla turbogas , ad Ortona la turbogas è già stata approvata , infatti se non ce la ritroviamo in casa dobbiamo baciare a terra , e hanno approvato addirittura il centro oli...siamo di molto indietro ragazzi...credetemi..
Vogliamo continuare a dire che gli interessi personali non sono determinanti nelle loro scelte?
Bisogna avere il coragggio di dire la verità...presto probabilmente , se riuscirò a reperire i documenti vi porterò a conoscenza di un nuovo grande , enorme conflitto di interessi di un galletto importante(a ortona soltanto...)...
Abruzzono-triv dico solo di pensare a noi e di non generalizzare perchè che adesso le marche siano diventate il paradiso terrestre,la nuova svezia,mi sembra un pò azzardato!
Quello riportato da Mauro è un buonissimo caso di politica e politici seri...su questo non ci piove!!
A dimostrazione di quanto ti dico ti consiglio di andare a cercare su internet relazione del ministero dell'ambiente sull'"inventario nazionale degli stabilimenti suscettibili a causare incidenti rilevanti"...l'abruzzo come le marche ne conta 18...
Pensiamo a noi,e non diamoci degli stupidi che siamo uno dei "popoli" piu' rispettati della penisola.
Detto ciò,nessuno ha mai osato scrivere che non ci siano interessi personali...solo uno sciocco lo penserebbe!
Aspetto con ansia il tuo lavoro,ma son sicuro sarà perfetto come sempre.
Purtroppo noi non abbiamo questo genere di amministratori, anzi i nostri giovani consiglieri sono tutt'altro che lungimiranti. Sembrano più conservatori loro dei padri.
Io rimango convinto della necessità di una manifestazione popolare di massa, che la politica cavalcherà per paura di venirne schiacciata. Solo così fermeremo il centro oli.
..Lieto di poter entrare a far parte delle "Vostre Riflessioni"..
http://paroleriflesse.blogspot.com/
I nostri amministratori chiedano all'ENI di proporre UN PROGETTO ALTERNATIVO al centro oli, basato sulle energie rinnovabili. Ma se insistono con il centro oli, NON SIAMO D'ACCORDO e diciamo che il territorio è nostro e decidiamo NOI.
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