giovedì 6 settembre 2007

IL CENTRO OLI ENI PORTERA' RICCHEZZA ?


Ieri in tarda serata ho avuto la fortuna di vedere in TV
nazionale, su
RAI 1, un servizio dal titolo" Petrolio
all'amatriciana", dove una troupe aveva girato immagini
e svolto interviste tra la popolazione della Val D'Agri,
in Basilicata, e precisamente nel centro del piccolo paese
di Viggiano, che conta appena 4000 abitanti! Questo piccolo
centro lucano in provincia di Potenza, ha raggiunto i "fasti"
della cronaca europea perché sul suo territorio è insediato
il più grande Centro Oli ENI d'Italia che riesce a soddisfare
più del 21% del fabbisogno giormaliero italiano di petrolio
che si è stabilizzato a circa 1 milione e 800 mila barili.
In questo centro petrolchimico sono occupati direttamente,
cioè sono dipendenti ENI presenti all'interno della struttura,
35 persone specializzate, ed indirettamente, cioé a contratto,
172 persone (dati ufficiali della Regione Basilicata).
Il prelievo giornaliero si è stabilizzato intorno
a 86.500 barili di greggio. Inoltre, in questo servizio TV,
il taglio giornalistico adottato evidenziava come pur essendoci
un'attenzione europea intorno al polo petrolifero in questione, le
potenzialità di lavoro promesse dall'ENI prima dell'insediamento
non sono state mantenute, e la popolazione è stata costretta in
continuazione ad emigrare! Certo, le royalties (i contributi
economici che per legge spettano di diritto a Stato 30%,
Regione
55% e Comune 15% - D.Lgs. 625 del 25/11/1996
integrata dall' Art.1
comma 93/95 della Legge 239/04 - Decreto
Marzano. Da precisare che la legge può risentire di due variabili
che potrebbero far diminuire o aumentare le royalties a seconda
sia della quotazione del greggio e quindi del valore commerciale
della produzione, sia della quantità di greggio estratta ogni giorno)
,
hanno permesso la valorizzazione di luoghi e di progetti civico-
culturali, ma l'amarezza e le delusioni sono talmente tante che le
popolazioni lucane coinvolte nello sviluppo petrolifero guardano
sempre con più diffidenza alle potenzialità dell'Oro Nero! In più c'è
da sottolineare il pericolo per le persone e per l'ambiente
circostante espressa in modo costante dalla tipologia dell'
insediamento petrolifero! Diverse volte la Regione Basilicata è
stata costretta a chiudere l'impianto per fughe di idrogeno
solforato
, gas mortale sia per l'uomo, sia per l'ambiente e per
le colture agricole! Conclusioni: se l'insediamento più grande
europeo ha prodotto i dati sopra-elencati senza garantire standard
continui di sicurezza e soprattutto di larga occupazione, come mai
si è deciso di ripetere l'operazione in Abruzzo a partire da Ortona?
Non pensate che ancora una volta non si è privilegiata la
collettività? Ora se provassimo a costruire dei dati spendibili per il
potenziale Centro Oli ENi "Miglianico" di Ortona partendo dai dati
ufficiali appena espressi nel caso di Viggiano, forse potremmo
iniziare a capire da noi la vastità degli interessi economici dei
soli e pochi "attori" impegnati nell'operazione! Tutto ciò conviene
principalmente: all'ENI come azienda proprietaria delle
concessioni estrattive e del relativo fatturato; poi, in ordine di
royalties:
alla Regione Abruzzo,
che avrà circa 1 milione e
100 mila euro
di royalties annue, cioé il
55% del 7% del valore
commerciale della produzione; allo Stato Italiano, che
avrà circa
600 mila euro di royalties annue
, cioé il 30% del 7% del valore
commerciale della produzione;
al Comune di Ortona, che
avrà circa avrà circa 300 mila euro di royalties annue, cioé il
15% del 7% del valore commerciale della produzione. Ora se
il Comune di Ortona conferma puntualmente queste cifre
, vorrà
dire che il
7% del valore commerciale della produzione annua si
aggirerà sui 2 milioni di euro! Questo vorrà dire ancora che l' 1%
del valore commerciale della produzione annua si aggirerà sui
286 mila euro che al 100% arriverà ad essere quasi 29 milioni di
euro
l'anno per una produzione media di 7500 barili di greggio al
giorno
!!! Qualora si raddoppiasse la produzione di barili giornalieri,
come nelle previsioni auspicate dall'ENI, si passerebbe a quasi
60 milioni di euro l'anno. Di conseguenza le aziende portuali
di spedizioni, trasporto e sicurezza marittima (che tutte insieme
sfiorano 60 dipendenti)
, gestirebbero affari che arriverebbero a
toccare quasi 5 milioni di euro all'anno! (vedi post di agosto
"Le mani sui Barili)
A queste cifre dobbiamo correttamente accostare
gli investimenti fatti fin'ora dall'ENI e quelli che ha dichiarato farà nei
prossimi 2 anni: 40 milioni di euro spesi per le esplorazioni compiute
tra il 2003 e il 2005, e 100 milioni di euro da spendere per il nuovo
l'insediamento ortonese e per i nuovi pozzi esplorativi sul territorio
ortonese (fin'ora si parla dei primi 2 pozzi in zona Morrecine e Gagliarda).
Il Centro Oli ENI "Miglianico" avrà una durata produttiva di circa
17 anni
e vedrà impiegati 25-30 addetti ENI in fase di esercizio
(dei quali la maggioranza già lavoratori dell'ENI trasferiti nel nuovo
Centro Oli di Ortona e almeno
5 o 6 destinati al deposito R&M di
San Pietro)
, e una media di 300 unità come occupazione
momentanea
in fase di cantiere, da suddividere tra le numerose
ditte locali e di fuori territorio! In questo modo l'ENI andrebbe più che a
raddoppiare la produzione di idrocarburi in Abruzzo (DATI DISTRIBUITI
DALL'ENI / Divisione Exploration & Production). Mi chiedo: come fanno i
favorevoli all'insediamento a parlare di ricchezza per Ortona?
Credo invece che si debba parlare solo di un grosso investimento per
piccole e mirate fasce lavorative, se paragonate alle migliaia di soci
delle Cantine Vinicole pubbliche e private che potrebbero subire
contraccolpi irrimediabili, alle imprese turistiche, a quelle commerciali
e alle imprese della piccola pesca!!! Ma una cosa non ci è ancora chiara:
se la produzione del futuro Centro Oli ENI "Miglianico" è stimata
inizialmente in 7200 barili circa al giorno, che moltiplicati per
365 giorni l'anno si arriverebbe ad una produzione di 2.628.000
barili di greggio; se il valore attuale del barile è di circa 75
dollari pari a circa 53 euro; se moltiplichiamo il prezzo per la
potenziale produzione ortonese annuale arriveremmo a sfiorare i
140 milioni di euro annue (per la precisione 139 milioni
e 284 mila euro); come mai la produzione annua dichiarata
dall'ENI nel calcolo delle royalties arriva solo a 29 milioni di euro?
Dove andrebbero a finire quasi 110 milioni di euro?? Tutte per le spese
di gestione? .... Non credo!! Ci sarà qualche errore?
L'ho commeso io o chi altri? ... Chi può dirmelo?? .....
HELP




1 commento:

ABRUZZONO-TRIV ha detto...

si grazie al nostro sindaco diventeremo tutti sceicchi....grazie sindacooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo prrrrrrrrrr