venerdì 7 settembre 2007

UNA PARTITA SOCIALE



Ci hanno insegnato che durante la Seconda Guerra Mondiale il porto di Ortona è stato minato dai tedeschi! Distrutto tutto il molo nord da cariche di tritolo sistemate a ritmi regolari affinché la distruzione potesse essere completa e difficilmente sanabile in poco tempo! Sono passati più di 60 anni ed io continuo a vedere il porto "ancora distrutto"! Un disfacimento, che quotidianamente prende la forma dei suoi sicari e le sembianze dei suoi carnefici, e che trascina dietro di se tutto l'indotto storico-culturale della marineria locale! Persino la scuola statale più antica di Ortona (più di un secolo di gloriosa storia) l'Istituto Tecnico Nautico, unico nella regione e nella qualità dell'insegnamento didattico, creato inizialmente per sostenere l'occupazione marinara, lentamente ha perso la sua funzione primaria per trasformarsi in una delle scuole più rinomate per la preparazione dei futuri studenti universitari, alla pari dei Licei e delle scuole Tecniche! Ciò ci fà intendere più chiaramente la volontà di chi, in silenzio, non ha pensato mai di ricostruire il porto di Ortona per i "cittadini" e per lo sviluppo naturale del nostro territorio agricolo, ma che ha pensato solo a guidare da dietro le quinte (e ultimamente neanche tanto!) la nascita di un nuovo e redditizio settore, quello degli idrocarburi, che continua a non soddisfare la grande richiesta occupazionale della maggioranza di una cittadina, allora distrutta dalla guerra e che oggi non ancora riesce a risollevarsi definitivamente da quelle vecchie macerie! "La Banda del Porto", sostenuta dalle amministrazioni che allora hanno aperto la porta all'ENI, ha iniziato a muovere i primi passi negli anni '60 e man mano ha consolidato un potere che oggi è arrivato a scontrarsi socialmente nella questione del Centro Oli ENI con l'agricoltura, l'economia storica del nostro territorio! Una vera e propria PARTITA SOCIALE che ha tutte le carte in regola per dare inizio ad una insanabile frattura sociale: campagne o petrolio? O meglio: qual'è adesso l'economia trainante di Ortona? Quale scelta migliore per il nostro futuro? Quali danni porterebbe una scelta piuttosta che un'altra? Dalle prime sensazioni, Ortona si dimostra figlia del proprio stato, dove si preferisce far convivere tutto e tutti in un banale pressapochismo, che premia solo le classi più forti ed emargina quelle più deboli! Quindi alla fine nel nome del "vulemese 'bbene che 'nen coste niente", sarà più facile e conveniente per i vostri amministratori(?) optare per lo sviluppo simbiotico di "campagne & petrolio", dove si farà finta di non vedere e sentire le enormi fiamme gassose e maleodoranti che si specchieranno negli acini polverosi delle nostre uve! I favorevoli all'insediamento continuano a strillare, a chi come me crede in un'altra forma di sviluppo territoriale e di progresso mentale, che l'insediameto dell'ENI porterà grande sviluppo e farà decollare Ortona! Sono convinti che questa è un'occasione da non perdere, come si è fatto nel passato con la rinuncia negli anni '70 dell'insediamento chimico-industriale dell'Ortonium! Bene, forse avranno ragione loro! Per convincermi però mi devono spiegare come, dove e per quali classi sociali arriverà questo tanto atteso sviluppo cittadino! Mi devono scrivere e sottoscrivere pubblicamente che il centro petrolchimico non apporterà danni alla salute dei cittadini! Mi devono confortare sul parallelo sviluppo turistico-culturale della nostra città! Mi devono garantire a loro spese che l'agricoltura non subirà danni materiali, commerciali e d'immagine! Mi devono confermare che le nostre case manterranno inalterato il loro valore di mercato e che non si abbasserà il valore fondiario dei nostri terreni! Devono gridare ad alta voce che l'Insediamento ENI porterà nuova occupazione fatta di grandi numeri!! Mi permetto di anticiparli: leggete e documentatevi sui rari documenti ENI che illustrano che cosa andranno a realizzare tra le nostre "capanne"; studiate i casi italiani ed europei simili e rendetevi conto delle difficoltà che altri hanno sfortunatamente incontrato prima di noi; fate una visita in Val D'Agri, in Lucania; parlate con il vostro sindaco (?) di agricoltura, voi cittadini delle contrade che lo avete eletto con il voto e che nei vostri confronti vi si rivolge ancora con appellativi bigotti e vergognosi; fatevi il conto dei numeri attuali dell'indotto occupazionale viti-vinicolo del territorio comunale! Poi, apprese tutte queste notizie supportate da carte, tornate da me! Vi aspetto, e spero riusciate a convincermi del vostro parere assoluto! Rifletto: come mai un complesso chimico-industriale cerca d'insediarsi al centro della nostra produzione agricola? La risposta, come ho già detto più volte, la, potete trovare sui miei post! IDEA! Ma se le aziende dell'indotto portuale credono fermamente allo sviluppo territoriale tramite il futuro insediamento dell'ENI, perché non se lo mettono al porto? Potrebbero togliere tutto quel "ferrovecchio" che alberga da 40 anni sulle banchine fantasma del Consorzio Val Pescara, e potrebbero piazzare liberamente uno, due, o persino tre Centri Oli!! Sarebbe anche più comodo per il trasporto e per i costi che dovranno affrontare le aziende che fanno capo al vostro sindaco (?) e che potrebbero concorrere (?) ad essere tra quelle scelte (?) come appaltatrici (?) dei lavori di spedizione!!!! ... e poi vi immaginate che visione dalle finestre dei soggiorni del sindaco (?), dell'ex vice-sindaco (?), del presidente di Ortona Ambiente? ... e termino qui altrimenti sarebbe troppo lunga la lista degli amministratori pubblici che risiedono "casualmente" lungo la Passeggiata Orientale, una delle poche strade di Ortona dove nelle ben DUE file di parcheggio non si paga stranamente la tariffa oraria presente in quasi tutte le vie del centro abitato!!!! W l'Italia!!!
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3 commenti:

1fabrizia ha detto...

non mi sembra una novità, basta guardare il piano demaniale marittimo e con sgomento leggere che gli insediamenti rurali sono stati un impedimento al turismo a Postilli. Invece di usare progg. UE per potenziare una vocazione consolidata verso colture senza chimica, visto che quella è la spiaggia dei pomodori; ora arriva una strada e 12 stabilimenti che faranno scempio definitivo di una potenziale risorsa, per originalità storia, amatissima da tanti.Concludo: i fiumi che sono fogne a cielo aperto , non sono un impedimento al turismo, e le acque chiare del centro oli che saranno scaricate nella Ghiommera-Parco delle Dune- neanche.

ABRUZZONO-TRIV ha detto...

quei 4 ke hanno azienducce al porto faranno la propria fortuna personale senza dare nessun posto di lavoro....le campagne si impoveriranno e il turismo sparirà del tutto!!!!
NO AL CENTRO OLI

ABRUZZONO-TRIV ha detto...

che figuraccia hanno fatto i signori del centrodestra a non presentarsi... credono di non dovere spiegazioni alla città forse sul loro operato?e anche il fantomatico comitato rossoneromanonsiamomilanisti buono si a scrivere tazebao ma la faccia non ve la sentite di mettercela?si sono squagliati come neve al sole...
NO AL CENTRO OLI