mercoledì 5 settembre 2007

LA NUOVA "CATTEDRALE" DI ORTONA


Ecco la nuova "Cattedrale" di Ortona, che sorgerà
tra il Montepulciano d'Abruzzo, il Trebbiano e le
migliaia di piante di ulivo dislocate sul territorio
tra Contrada Feudo di Ortona e il Comune di Tollo,
una zona che sfiora il comune di Miglianico e quello
di Francavilla al Mare. Una zona strategica scelta
con accuratezza per la mega-costruzione che si
dislocherà entro 12 ettari di terreni e che vedrà
svettare in alto del cielo una sorta di "campanile"
identificabile a diversi chilometri di distanza grazie
ad una larga fiamma di fuoco dotata di un classico
odorato paragonabile alle più note perdite di gas!
Siamo i primi a pubblicare una scarna visione
divulgata dall'ENI, un'assonometria che non premia
le altezze dell'insediamento ma che rende l'idea
della vastità dell'impianto rispetto ad un territorio
pede-collinare affacciato sul Mare Adriatico!
Che ve ne pare? Non è un "calcio in faccia" alla
nostra economia agricola? Non vi sembra che
questo "pachiderma" di cemento, ferro e acciaio
non appartenga minimamente alla nostra cultura
economica?
HELP

4 commenti:

Unknown ha detto...

TRATTO DAL CORRIERE DELLA SERA, IL TESTO INTEGRALE LO PORTERO' ALLA RIUNIONE DEL 9 A PALAZZO CORVO, SE MAURO VORRA' VENIRE

«Il petrolio ci sta avvelenando» accusa Filippo Massaro, democristiano di confessione Udc, presidente del comitato che unisce 30 comuni e capopopolo della protesta. «Ammine aromatiche, anidride solforosa, scarti dalla lavorazione del greggio, che qui viene separato dallo zolfo e dal metano e immesso nell’oleodotto, verso la raffineria di Taranto e le navi per la Turchia. Anche l’acqua la portano in Puglia. Qui non resta niente. Un centinaio appena di posti di lavoro. L’Eni aveva promesso la Fondazione Mattei per i giovani e un centro per il monitoraggio ambientale, ma non hanno ancora deciso il posto: vorrebbero fare la fondazione a Viggiano e il centro di controllo a Marsiconuovo, lontano dal centro oli; non sarebbe meglio il contrario? Nel frattempo si muore di cancro, almeno un caso per famiglia. La valle in teoria è diventata un parco naturale, dai confini mobili, che si spostano in caso di scoperta di un pozzo. Un giorno il petrolio finirà, e noi avremo abbandonato i meleti, le piste da sci, gli scavi archeologici di Grumento. E non c’è nessun controllo sui barili estratti. Chi ci garantisce che non ci stanno truffando? Hanno trattato la Basilicata come un Paese africano o asiatico in via di sviluppo!».

Parlare con gli ingegneri dell’Eni non è possibile. Fanno rispondere dagli uffici preposti che il calcolo dei barili è fiscalmente controllato dal ministero delle Finanze e dell’Ufficio misurazioni minerarie e indicato in tempo reale sul display presso la fiamma perenne. Che l’Eni 4 anni fa ha versato 10 miliardi per il centro di monitoraggio ambientale, ma la Regione ha concluso il progetto solo nel marzo scorso; nel frattempo è già attiva una centralina per il controllo dell’aria che segnala: tutto ok. Molti lucani hanno affiancato i tecnici Eni nel creare gli impianti, ora purtroppo non servono più ma restano pur sempre i 150 posti dell’indotto. Per la fondazione bisogna attendere che gli enti locali si mettano d’accordo sulla sede; «però l’Eni ha stanziato contributi sostanziosi per il patrimonio archeologico della valle».

Sostiene l’assessore Fierro che la verità sta nel mezzo: certo il petrolio è una delusione per chi attendeva lavoro e ricchezza, ma di morti per cancro non si ha notizia, l’Eni potrebbe essere più generoso ma lo è stata molto la Total, con cui Fierro e il presidente della Regione Bubbico (Ds) hanno appena firmato un accordo per lo sfruttamento di un altro giacimento da 300 milioni di barili, sempre in Val d’Agri, con un nuovo centro oli a Tempa Rossa. Oggi l’Eni paga alla Basilicata, oltre alle royalties fissate per legge al 7%, un sovrapprezzo di 91 centesimi al barile. La Total pagherà 2 euro e 30. Il vero oro nero è nascosto negli avveniristici palazzi della Regione, ai piedi del colle su cui sorge Potenza. Lo sa bene il temuto pm Woodcock che, dopo aver arrestato un centinaio tra imprenditori e politici per le tangenti sull'oleodotto, la settimana scorsa ha mandato avvisi di garanzia all’intera classe politica locale, complicando la corsa al governatorato già molto combattuta. Bubbico difende il posto reclamato dalla Margherita per il presidente del Consiglio regionale Vito De Filippo, a meno che non sia condannato nel processo intentatogli da Woodcock, e dall’Udeur per l’onorevole Antonio Potenza o per Fierro, nel frattempo indagati dall’attivissimo pm.

...continua...

ideaortona ha detto...

oggi sono passato alla riunione del comitato pro centro oli...composto da 3 persone...alla quale erano presenti al max 20 persone...tutti proprietari di quelle 4 aziende che ci sn giù....

ideaortona ha detto...

Nel frattempo si muore di cancro, almeno un caso per famiglia. La valle in teoria è diventata un parco naturale, dai confini mobili, che si spostano in caso di scoperta di un pozzo. Un giorno il petrolio finirà, e noi avremo abbandonato i meleti, le piste da sci, gli scavi archeologici

tratto dallo stesso articolo citato da domenico....MEDITATE GENTE MEDITATE
NO A QUESTI MERCANTI DI MORTE

filippom ha detto...

E' INTERESSANTE IL COMMENTO DI FILIPPO MASSARO IL "BATTAGLIERE" ECCELLENTE DELLA VERITA' SUL PETROLIO IN VAL D'AGRI - SAURO .
MASSARO E' FAMOSO PER AVER CONIATO : - " GLI SCEICCHI LUCANI E LA RAPINA DELL'ORO NERO " -
INTANTO TERRITORIO PETROLIOFERO LUCANO GODE (IN NEGATIVO) DEL TRISTE PRIMATO PER: 1)AUMENTO DELLA DISOCCUPAZIONE, 2)AUMENTO DELL'EMIGRAZIONE , 3)AUMENTO DELLA POVERTA'- E' ASSAI VERGOGNOSO CHE I CITTADINI DEL TERRITORIO PETROLIFERO LUCANO ,( IL PIU' GRANDE GIACIMENTO DELL'EUROPA CONTINENTALE ), DEBBANO SOFFRIRE E ANCHE MORIRE CAUSA IL PETROLIO .
FIRMATO: VINCENZO STELLA - COMPONENTE COMITATO CSAIL -Presidente F. MASSARO -